Piccoli gesti per un grande messaggio: promuovere la pace nel segno dell’accoglienza e dell’incontro. Il cardinale Matteo Zuppi, arcicescovo di Bologna e presidente della Conferenza Episcopale Italiana, ha valutato con grande favore la disponibilità di alcune famiglie a spalancare le loro porte a bambini ucraini durante le vacanze estive nel quadro dell’iniziativa “E’ più bello insieme”, frutto della collaborazione tra Cei e Caritas Italiana.
“Insieme è più bello – è la valutazione di Zuppi – è bellissimo per chi esce dalla guerra, dalla violenza, dalle notti con le bombe, dal papà che non è tornato, dall’angoscia di qualcosa di tanto grande che cambia tutta la vita”. Zuppi, i giorni scorsi, ha incontrato questi giovani nella parrocchia di San Martino Vescovo a Chieti Scalo sottolineando come “qui ritrovino finalmente un po’ di pace, come una luce che siamo sicuri riporteranno in Ucraina”. Vacanza, insomma, ha fatto più che mai rima con speranza. Don Marco Pagniello , direttore della Caritas Italiana, ha anch’egli sottolineato il valore aggiunto di quest’esperienza, tanto per i bambini ucraini quanto per le famiglie che li ospitano.
Il progetto di accoglienza ha visto il coinvolgimento di varie diocesi, Aversa, Como, Cosenza- Bisignano, Iglesias, Jesi, Lamezia Terme e Senigallia, Teggiano- Policastro, Ugento Santa Maria di Leuca. i ragazzi hanno così potuto trovare, spiega la Cei, “momenti di svago all’aria aperta, giochi, divertimento, scoperta delle bellezze del territorio, il tutto all’insegna della normalità”. Non più lo scenario di case, scuole e ospedali bombardati e distrutti ma quelli di un sole di speranza che tutto ciò possa un giorno essere solo un lontanissimo, ancorchè tetro ricordo. “Attraverso l’attività ludico- ricreativa- ha concluso Zuppi- si cerca infatti di offrire loro occasioni per rigenerarsi, socializzare, costruire relazioni positive e propositive, e per le comunità italiane si tratta di un’opportunità importante di crescita e condivisione”. L’iniziativa ha insomma fatto centro. Dimostrando appieno come la voce della riaffermazione della vita e della speranza possa sempre essere più marcata e sostenuta di quella della morte.