Stop fotovoltaico a terra prioritario sostenere la tutela dei suoli agricoli

I pannelli fotovoltaici per la produzione di energia solare non potranno più essere installati a terra nelle zone agricole. Lo stop, arrivato per decreto del Consiglio dei Ministri, dopo mesi di proteste e mobilitazioni da parte degli agricoltori di Coldiretti, va finalmente a mettere fine alle speculazioni. “Salvi” migliaia di ettari di terreni fertili diventati in questi ultimi anni, sulla spinta della corsa alla decarbonizzazione e degli incentivi, l’oggetto dei desideri dei fondi speculativi e dei player energetici che, complici anche le difficoltà delle imprese agricole, puntano sul business delle energie rinnovabili per generare utili.

La storica battaglia di Coldiretti contro i pannelli mangia suolo iniziata ormai anni fa giunge ad una svolta che possiamo definire storica. “Coldiretti non è assolutamente contraria alle fonti rinnovabili come dimostra anche la forte partecipazione alla misura del PNRR per gli impianti fotovoltaici sui tetti di stalle e cascine” precisa il presidente di Coldiretti Como Lecco Fortunato Trezzi. “Sono tantissime le piccole e medie aziende agricole che, negli ultimi mesi, hanno investito e beneficiato dei fondi del PNRR per installare pannelli sulle coperture degli edifici aziendali che consentono da un lato la produzione di energia pulita, sostenibile, senza intaccare la disponibilità di terreni coltivabili e dall’altro di tagliare i costi dell’energia: i tema delle fonti rinnovabili è stato al centro delle nostre rivendicazioni di questi anni con le grandi mobilitazioni a cui hanno partecipato migliaia di agricoltori. Il Dl agricoltura è una prima importante risposta alle richieste degli agricoltori che stanno affrontando una fase molto delicata tra aumenti dei costi, crollo dei prezzi dei prodotti agricoli, inflazione e stravolgimenti sui mercati. Era importante fermare una speculazione pericolosa. Questo obiettivo è stato raggiunto”.

Lo stop al fotovoltaico a terra vale anche per le estensioni dei campi solari già esistenti (ma non per quelli già approvati) mentre l’energia solare potrà essere prodotta, in alternativa, attraverso la sola tecnologia dell’agrivoltaico rialzato da terra che, al contrario dei classici pannelli, permettono la coabitazione tra attività agricola e produzione di energie rinnovabili. Il blocco al fotovoltaico a terra non significa fermare la produzione di energia solare. Sono infatti previste una serie di deroghe che consentono l’installazione degli impianti agrivoltaici sollevati da terra, finanziati dal PNRR per raggiungere gli obiettivi europei fissati entro il 2030, nelle cave, nelle miniere, nelle aree industriali, nelle aree in concessione a Ferrovie dello Stato e ai concessionari aeroportuali.

Condividi:

Post correlati