Sempre più opportunità imprenditoriali nel nuovo Kazakhstan

Gen. Francesco Lombardi Il Kazakhstan non ha sbocchi verso i mari aperti ma offre sempre più un “mare” di opportunità ad operatori economici ed imprenditori, in particolare italiani, grazie ad una economia in crescita e caratterizzata sempre più da un autonomo dinamismo, ad un apparato pubblico progressivamente in grado di adattarsi ai mutevoli contesti globali, ad un quadro politico-istituzionale chiaramente proteso verso standard occidentali e ad un panorama sociale che cerca di lasciarsi alle spalle pesanti eredità del secolo scorso. Una serie di opportunità che si sono particolarmente arricchite nel 2024.

Il 2024, infatti, è stato un anno chiave per il rafforzamento del partenariato tra Kazakhstan e Italia. Momento importante, in gennaio, la visitadi stato del Presidente della Repubblica Kassym-Jomart Tokayev a Roma che haaperto un nuovo capitolo nella storia delle relazioni tra i due Paesi. Nel corso della visita è stato infatti incrementato e rafforzato il Partenariato Strategico che fu siglato nel novembre 2009. Nel corso della visita, tra l’altro, si è tenuta una “tavola rotonda” sugli investimenti “Kazakhstan – Italia” con la partecipazione di 35 importanti aziende italiane. Ne è seguita la firma di diversi importanti documenti volti a sviluppare la cooperazione bilaterale in molti settori: economia, commercio, investimenti, energia, cultura, turismo e altri ambiti. Inoltre, sono stati formalizzati 20 accordi commerciali, per un valore di 1,5 miliardi di dollari.

Le diplomazie dei 2 Paesi hanno avuto, nel 2024, ulteriori momenti di incontri e scambi volti a irrobustire la cooperazione a vari livelli ed a cementare i buoni rapporti esistenti; tra questi, di rilievo, in aprile, la visita del Presidente del Senato del Parlamento del Kazakhstan Maulen Ashimbayev, in Italia, durante la quale ha incontrato il Presidente del Senato Ignazio La Russa.

L’Italia è al primo posto tra i partner commerciali del Kazakhstan in Europa e al terzo posto tra tutti i Paesi che commerciano con il Kazakhstan, alle spalle della Russia e dalla Cina, soprattutto grazie al flusso di petrolio estratto dal gruppo ENI, operante sin dal 1992 nei vasti giacimenti del Mar Caspio. Il volume degli investimenti effettuati dall’Italia in vari settori dell’economia kazaka dal 1992, dal settore del petrolio e del gas all’edilizia, all’industria leggera, all’agricoltura, al turismo e al commercio, ammonta oggi a più di 9 miliardi di dollari.

Oggi in Kazakhstan già operano con successo più di 300 aziende a capitale italiano, tra cui spiccano società come ENI, SDF, PetroValves, impegnate in importanti progetti nel paese. Ma altri settori, oltre quello energetico, che certamente è stato un booster per lo sviluppo dell’economia kazaka, offrono spazi di cooperazione, investimento e collaborazione.

Le relazioni commerciali ed economiche tra i nostri Paesi hanno una solida base e un interessante potenziale di ulteriore crescita. Macchinari ed abbigliamento sono tra i prodotti italiani maggiormente esportati in Kazakhstan ma vi sono ampi spazi per acquisire ulteriori interessanti quote di mercato. Promettenti sono peraltro le opportunità nel settore logistico che si aprono per il Kazakhstan in connessione le reti ferroviarie e terrestri utili a collegare Europa ed Estremo Oriente e che rendono il Paese centroasiatico uno snodo centrale.

Le risorse minerarie certamente restano, comunque, tra le più importanti fonti economiche. Il Kazakhstan, infatti, possiede ingenti risorse naturali. Occupa il 12° posto nel mondo per le riserve di petrolio (ed aspira ad entrare tra i primi 10 produttori) ed il 14° per le riserve di gas. Il Kazakhstan è inoltre il primo Paese al mondo per la produzione di uranio ed il 2° per le sue riserve. Sono presenti in grande quantità carbone, zinco, tungsteno, bario, argento, piombo, cromo, rame, fluorite, molibdeno e oro.

Le possibilità imprenditoriali però, non sono confinate solo ai settori tradizionali ma si stendono anche ad ambiti di sviluppo ad elevato contenuto tecnologico e scientifico, per il progetto di costruzione di una centrale nucleare ed i progetti legati alla produzione e sfruttamento dell’idrogeno.

Anche per non essere eccessivamente dipendenti dalle quotazioni dell’oro nero, il governo kazako ha avviato importanti piani finalizzati alla diversificazione produttiva, alla valorizzazione del settore trasporti come snodo di transito tra Cina ed Europa, alla modernizzazione dell’agricoltura, ad un vasto processo di digitalizzazione. Accanto alle riforme di natura più spiccatamente economiche sono state messe in cantiere altre riforme volte a modernizzare e riformattare il sistema politico e sburocratizzare l’impianto istituzionale.

Gli sforzi della politica kazaka per far crescere una classe media, con vocazione imprenditoriale, costituisce un fattore di significativo incremento per le possibilità di cooperazione economica, soprattutto per gli operatori provenienti dall’Italia che gode, nel grande Paese centrasiatico, di un patrimonio reputazionale tra i più elevati.

Le autorità di Astana, peraltro, sono conscie che il progresso del paese e la crescita economica e sociale dei cittadini non possono essere affidate unicamente allo sfruttamento delle risorse del sottosuolo e, per tale ragione, vogliono creare un ecosistema economico diversificato e dinamico. Il processo di internazionalizzazione dell’economia, dunque, risulta un fattore di grande rilevanza per il successo delle riforme intraprese. La scelta di guardare con decisione ai modelli liberali rappresenta una sfida per la quale ci sono tutti i presupposti per un successo.

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