Paolo Nespoli, ha trascorso 313 giorni nello spazio nel corso di tre missioni ed è considerato uno degli astronauti con maggiore esperienza. La sua è una professione che affascina e incuriosisce piccoli e grandi. Nespoli nasce il 6 Aprile 1957 a Milano e trascorre la sua infanzia a Verano Brianza; si diploma nel 1977 al Liceo scientifico “Paolo Frisi” di Desio ed in seguito si arruola nell’Esercito dove trascorre otto anni, diventando incursore del 9° Battaglione d’Assalto “Col. Moschin” di Livorno. Dal 1982 al 1984 è a Beirut, in Libano, con il contingente italiano della Forza multinazionale di pace. Congedatosi dall’Esercito ottiene un Bachelor of Science e un Master of Science in Aeronautica e Astronautica al Polytechnic University di New York. Torna in Italia e lavora come ingegnere disegnatore per poi essere assunto dal Centro astronauti europeo dell’Agenzia spaziale europea (Esa), a Colonia in Germania, come ingegnere addetto all’addestramento degli astronauti. Nel 1998 inizia la sua carriera nello spazio: selezionato come astronauta dall’Agenzia spaziale italiana è inserito nel corpo astronauti dell’Esa e distaccato al Johnson Space Center della Nasa a Houston. Il suo primo volo nello spazio è nel 2007 come specialista a bordo dello Space Shuttle Discovery per la stazione spaziale internazionale. Nel Dicembre 2010 partecipa alla Spedizione 26/27 rimanendo nello spazio per 159 giorni (rientrò sulla Terra nel Maggio del 2011). Ultima missione il 28 Luglio 2017 a bordo della Soyuz MS-05 dove ha svolto oltre 60 esperimenti per la missione Vita, acronimo di vitalità, innovazione, tecnologia ed abilità (atterrò il 14 Dicembre 2017 dopo 139 giorni nello spazio). Chiusa la carriera da astronauta, dal 2023 insegna “Voli spaziali e operazioni” al Politecnico di Milano presso il corso di Space Engineering.
Il suo curriculum, che abbiamo succintamente presentato, c’è parso l’elemento più idoneo per introdurre noi e i nostri lettori alle celebrazioni del centenario della sede del Comando della Prima Regione Aerea dell’Aeronautica Militare a Milano. Intervistandola sappiamo di poter raccogliere la testimonianza di una delle rarissime persone che possono parlare dello spazio con cognizione di causa, avendolo esplorato e navigato a lungo.
Partiamo dai cent’anni della sede di piazza Novelli: quanto è importante per gli astronauti e i piloti militari conoscere e valorizzare la storia?
La storia ha sempre un valore: attraverso di essa comprendiamo il nostro passato e dovremmo riuscire a prevedere il futuro, perché il futuro è importante. Dal passato dovremmo imparare a vedere le cose che ci stanno accadendo e che al momento non ci sono così chiare. Nel caso dell’Aeronautica è evidente che è stato un momento storico importante in tutto il mondo: la costruzione di questa capacità di acquisire un dominio, quello dell’aria, che non è mai appartenuto all’umanità. Ora siamo riusciti ad entrare in questo dominio e abbiamo imparato a fare cose che prima non sapevamo fare. L’Aeronautica Italiana è stata fondamentale nello sviluppo dell’Aeronautica mondiale degli anni Venti e Trenta, compiendo passi da gigante e portandoci al limite del conosciuto, aggiungendo record e capacità alla nostra specie: la capacità di fare cose che, per la nostra natura, non possiamo fare.
Guardando al futuro quali sfide vede per l’Aeronautica e come crede si evolveranno le tecnologie e la formazione dei piloti nei prossimi decenni?
L’Aeronautica è sicuramente proiettata verso il futuro e le tecnologie che al momento non esistono ci daranno la possibilità di aumentare le nostre capacità. Il settore aeronautico offre opportunità di lavoro in cui gli esseri umani, messi a confronto con le macchine, sono svantaggiati: le macchine e i robot sono più precisi e riescono a eseguire determinate mansioni con precisione e costanza, qualità che agli umani mancano. Il volo richiede molte di queste capacità e mi aspetto che molti dei compiti che oggi sono svolti da esseri umani, in futuro saranno svolti da robot, che saranno di aiuto, eliminando le attività di routine o aggiungendo capacità. La macchina possiede sensori che noi umani non abbiamo: ad esempio, noi non vediamo attraverso la nebbia, ma con i radar riusciamo a esplorare l’ambiente circostante. Mi aspetto che ci sarà una simbiosi tra esseri umani e macchine per riuscire a completare attività che altrimenti non sarebbero possibili.
L’aerospazio è un settore in fieri e con sviluppi inimmaginabili. Quali sono le ricadute positive che già oggi lei intravede sulla nostra vita di tutti i giorni?
Quando parliamo di aerospazio, ci riferiamo a tre aspetti o meglio quattro principali. Glieli sintetizzo.
1.Microgravità: L’utilizzo delle condizioni di microgravità, ottenibili nello spazio, permette di condurre esperimenti e realizzare processi impossibili o difficili da osservare sulla Terra, a causa della forza di gravità.
2. Satelliti: Lo spazio è essenziale per il dispiegamento di una vasta gamma di satelliti, che supportano comunicazioni, osservazioni e servizi fondamentali per la vita quotidiana. Pensiamo ai satelliti meteorologici o al GPS, senza i quali viaggiare sarebbe estremamente complicato.
3. Esplorazione: L’esplorazione spaziale soddisfa la nostra innata curiosità e il bisogno di conoscere l’ambiente che ci circonda. Dobbiamo accettare e abbracciare questa necessità di esplorare.
4. Aspetti economico-politico-militari: Lo spazio è anche un’arena in cui le nazioni dimostrano la propria capacità tecnologica, politica e militare. (continua 28 Aprile ./.)
didascalia: Paolo Nespoli