Musica e arte sotto le stelle di Biggi

“Chiunque si senta in qualche modo parte dell’arte, a qualsiasi titolo (studiosi, operatori, giornalisti, editori, collezionisti…) è convocato a difenderla, a divulgarla e a consegnarla al futuro”: così viene riportato sul catalogo “GASTONE BIGGI-TRILOGIA-1960-2013”, un cofanetto di tre volumi, che ripercorrono antologicamente la vicenda artistica di uno dei maestri della pittura contemporanea, ma anche saggista, storico dell’arte e letterato, nel centenario della nascita. 

Volumi realizzati in occasione del ciclo di tre mostre dedicate al grande artista (1925-2014), a cura di Leonardo Conti e Giorgio Kiaris, in collaborazione con la Fondazione Biggi e il contributo critico di Sara Bastianini. Opera editoriale di ‘Poli Art’, quale pubblicazione di divulgazione per tutti e strumento di approfondimento per gli studiosi, ma soprattutto “una vera e propria impresa editoriale”, come l’ha definita il presidente della Fondazione Biggi, Giorgio Kiaris.

Col finissage di sabato 5 aprile 2025, presso la galleria ‘PoliArt Contemporary’ di Milano (viale Gran Sasso) si è concluso il terzo appuntamento (“TRILOGIA 3 1991-2013”) che ha preso in considerazione le opere del maestro Biggi di tale ultimo periodo: ‘Costellazioni’, ‘Icone’, ‘Cosmocromie’, ‘Ayron’, ‘Puntocromie’, ‘Fleurs’, ‘New York’, ‘Partiture’.

Terza mostra, dunque, preceduta, sempre presso gli spazi di ‘Poli Art’, da “TRILOGIA 1 1960-1969” con opere relative ai cicli ‘Informale’, ‘Continui’, ‘Variabili’, esposte nel corso del 2022 e dedicata ai dipinti bianchi e neri in cui il “punto” di Biggi veniva posto come inedito ripensamento dei presupposti e delle finalità della pittura contemporanea. 

La seconda mostra, “TRILOGIA 2 1978-1987”, con i cicli di opere ‘Cieli’ e ‘Campi’, esposte da dicembre 2022 al febbraio 2023, consentiva una immersione in una dimensione integralmente naturale, per opere di cui l’artista conserva non solo i colori, la luce e la spazialità, ma una percezione emozionata del tempo.

La parabola creativa del maestro Biggi, nella continuità artistica e culturale – quella della “TRILOGIA 3” – è relativa alla ricerca e l’elaborazione di nuovi strumenti linguistici: così, recuperando un titolo che aveva coniato in una missiva del 1949, ecco la dichiarazione (2005) del “Manifesto del realismo astratto” in cui egli dichiara la necessità di emancipare l’astrazione da vuoti formalismi, ma arricchendola di una presenza naturale in grado di risvegliarne un’autentica emozionalità: “un’esperienza dinamica oscillante tra figura e astrazione, dettaglio e informale”.  Fino all’ultimo ciclo di opere “Partiture” (2011-2013), in cui – come scrive il curatore Leonardo Conti – “il contrappunto ‘musicale’ – che da sempre il poliedrico maestro Biggi, artista e intellettuale, intesse con la pittura – può spaziare da spunti ‘bachiani’ (J.S. Bach, suo grande stimato compositore) fino alla realizzazione della sua ultima opera pittorica, Partitura firmamentale, in cui il maestro Biggi si congeda”.

Durante la presentazione della mostra presso ‘Poli Art’, Giorgio Kiaris, nella sua veste di ‘testimone oculare’ (avendo affiancato Biggi per venticinque anni), ha raccontato quel clima culturale e creativo e si è soffermato anche su rivelazioni inedite, per mettere a fuoco Gastone Biggi come uomo, artista e intellettuale. 

I curatori della mostra hanno, così, provveduto ad affiancare lo studio sul maestro a esperienze personali e testimonianze, condivise anche da alcuni collezionisti presenti in galleria, che avevano conosciuto e frequentato Biggi, conoscendone le capacità artistiche, umane, letterarie, musicali, in un caleidoscopio di interessi, competenze, passioni, all’interno di un suo carattere apparentemente a volte burbero ma profondamente orientato alla schiettezza ed alla verità.

La TRILOGIA, il catalogo dei tre volumi, verrà – come annunciato da Giorgio Kiaris – ripresentato nel prossimo autunno presso la libreria Bocca di Milano. Tale evento viene a costituirsi come uno di quelli programmati per ricordare il centenario (2025) dalla nascita di Gastone Biggi: per tale scopo la Fondazione Biggi ha creato l’apposito logo “BIGGI 100” che accompagnerà le varie manifestazioni. Di queste è stato fatto cenno: la prossima importante mostra a cura di Gloria Bianchino alla Fondazione Monte di Parma, che ripercorrerà tutto l’arco artistico percorso da Biggi dagli anni ’40 fino al 2013.  Altri eventi importanti a Genzano di Roma con le opere soprattutto del periodo ‘genzanese’. In autunno un’altra mostra presso CSAC Centro Studi e Archivio della Comunicazione – Università di Parma, dove Biggi aveva fatto un’importante donazione (oltre 400 opere, documenti, lettere, testi); e verso fine anno una ulteriore mostra in un importante spazio romano. 

E’ inoltre previsto, a novembre, un convegno di studi a Palazzo Valentini a Roma, dove verranno messi in luce l’aspetto della ‘didattica’, caro a Biggi, e l’aspetto dell’importanza della ‘conoscenza’: specificamente, i suoi rapporti con i movimenti culturali ed artistici (esempio il ‘Gruppo Uno’ di cui è il caposcuola) e la storia dell’arte (sulla quale lo stesso Biggi ha scritto più di un volume), e l’elaborazione personale del “Manifesto del Realismo Astratto”. Ma anche la conoscenza ‘musicale’ sulla quale Biggi si è formato, avendo conosciuto, negli anni ‘50, Igor Stravinski che ha dedicato uno scritto a Biggi. Al quale era molto caro Johann Sebastian Bach (più di un’opera pittorica è stata infatti dedicata al grande compositore tedesco), ma anche altri musicisti contemporanei, come Roberto Caberlotto.

Pittura, cultura, musica. E proprio in omaggio a quest’ultima si è concluso l’evento del finissage della mostra presso Poli Art.

La presenza in galleria di Caberlotto, accompagnato da Gilberto Meneghin, ha consentito ai presenti di assaporare la bellezza del  ‘concerto’ “Duo Dissonance”, realizzato per l’occasione con fisarmoniche ad altissima prestazione: esecuzione di brani musicali di autori come Bach e dello stesso Roberto Caberlotto:  Luci musicali sotto lo sguardo delle ‘luci’ e delle ‘stelle’ rappresentate in pittura  dal maestro Gastone Biggi.

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