Pubblichiamo una riflessione approfondita di Mons. Ettore Malnati, teologo, sul tema complesso e delicato della tregua tra Palestina e Israele. Questa questione, che coinvolge aspetti storici, politici e umanitari, richiede un’analisi attenta e ponderata. Mons. Malnati offre la sua prospettiva cercando di gettare luce su un argomento di grande importanza e attualità, che continua a influenzare profondamente le dinamiche internazionali e regionali.
Monignor Ettore Malnati – Ottima la decisione del cessate il fuoco nella zona di Gaza, per dare sicurezza alla liberazione e al ritorno in Israele degli innocenti ostaggi, prelevati dall’incursione di Hamas il 7 Ottobre 2023.
Era una soluzione già prospettata – si dice – alla fine del 2923. Benvenuta nel gennaio 2025! Meglio tardi che mai. Ciò che preoccupa per una durata della tregua è il ritorno con enfasi del nuovo corso degli uomini di Hamas, esibitisi tra la gente di Gaza con volti mascherati e abbracciando non certo armi di pace. Non sempre con equità si è valutata la reale preoccupazione del Popolo Israeliano, minacciato anche nella legittima sopravvivenza, sia come Stato che come Popolo. La reazione sulle popolazioni di Gaza è stata drastica negli effetti, pur avendo come obiettivo la distruzione dei rifugi di Hamas, vigliaccamente realizzati sotto gli edifici sensibili come scuole ed ospedali
È più che giusto che vengano a costituirsi due Stati, sia per gli Ebrei che per i Palestinesi. La preoccupazione sta nel fatto che a tutt’oggi chi gestisce i territori dove vi è il Popolo palestinese nelle sue varie forme culturali e religiose, è Hamas.
Ciò non può lasciare la Comunità internazionale indifferente. La preoccupazione di Israele per la sicurezza del Popolo e dello Stato è proprio legata alla gestione politica di Hamas, le cui prime vittime sono proprio gli stessi Palestinesi, che sono così “governati” da un’ideologia violenta e incurante del vero progresso civile e sociale del Popolo Palestinese.
Senza una delegittimazione internazionale di Hamas non vi possono essere speranze di reciproca convivenza tra i due Popoli, ma neppure per una vita civile e democratica nella stessa Palestina.
Compito urgente della Comunità internazionale è quello di chiedere, certo la continuazione del cessate il fuoco, ma anche, da parte del popolo Palestinese la presa di distanza dalla strategia della politica degli uomini di Hamas.
Ciò è possibile con la creazione dello Stato Palestinese con precise norme democratiche, accettando in primis la legittimità dello Stato di Israele e la convivenza rispettosa di Israele con il nuovo Stato di Palestina, libero dall’ideologia di Hamas.