Il presidente francese Emmanuel Macron ha dichiarato in un’intervista televisiva che l’obiettivo della Francia è che la Russia non vinca la guerra in Ucraina. Altrimenti, «la vita dei francesi cambierebbe. Non avremmo più sicurezza in Europa». Il Capo di Stato transalpino è andato oltre spingendosi a dire: «Faremo ciò che è necessario (…). Siamo pronti a usare i mezzi per raggiungere il nostro obiettivo. (…) Prepariamoci alla guerra».
Il Presidente francese ha ottenuto 18,7 milioni di voti su una popolazione di 67,75 milioni di persone, il che significa che egli rappresenta solo il 27,5 per cento dei francesi, percentuale con la quale governerà fino al 2027.
Sono note le frequentazioni di Macron al Forum economico di Davos che, in sintonia con la Cina, ha come progetto la diminuzione della popolazione mondiale.
Epidemie, aborto, eutanasia e guerre sono strumenti particolarmente adatti a sopprimere persone. Macron li sta usando, tutti, con grande determinazione.
Con la sua esperienza di governo (di istituzioni e di uomini) e la forza fisica (ha 46 anni) è perfettamente in grado di mettersi in testa un elmetto, imbracciare un fucile e andare nelle trincee a combattere insieme agli ucraini contro i soldati di Putin. Perché non lo fa? Sarebbe un bellissimo gesto di coerenza e anche ammirevole.
La “grandeur della Francia”, trovando in lui un emulo di Napoleone, ancora una volta, sarebbe confermata.
Sarebbe però opportuno che il Leader francese non dimenticasse che se, a sostenere i francesi nella Prima guerra mondiale, non ci fossero stati Gran Bretagna, Canada, Stati Uniti e Italia (scesa in campo con 3 milioni e mezzo di uomini), i tedeschi sarebbero arrivati a Parigi, città per altro rimasta a lungo sotto il tiro dei loro cannoni non a caso soprannominati “Parisgeschutz”.
Allo stesso modo, nella Seconda guerra mondiale, la Wehrmacht è arrivata sui Champs-Élysées quaranta giorni dopo l’apertura delle ostilità annientando l’esercito francese e spingendo quello che ne era rimasto, sulla spiaggia di Dunkerque.
Nel 1954, dopo 4 anni di guerra, il corpo di spedizione d’estremo oriente è sonoramente sconfitto a Dien Bien Phu e la Francia perde l’Indocina. Con analogo esito si concluderà la guerra con l’Algeria nel 1962 costata oltre 160 mila morti ai francesi e oltre un milione agli algerini.
Sempre convinta della propria “grandeur” e quindi in grado di difendersi autonomamente, la Francia è uscita dal comando militare integrato della Nato nel 1966 per poi rientrarvi, con la coda in mezzo alle gambe, nel 2009.
Persuasi di essere una grande potenza nucleare i francesi hanno spesso mostrato i muscoli e non hanno esitato a lanciare missili e bombe a destra e a manca. Per uccidere Gheddafi l’ex presidente Sarkozy ha destabilizzato la Libia, con tutto quello che ne è poi conseguito.
I Francesi meritano ben altri leader: Sarkozy e Macron hanno creato guai a loro e agli europei.
Didascalia: Napoleone Bonaparte (credit Pixabay)