Matilde Giunti e tutto il team di CitizenGO ci hanno scritto in redazione questa lettera che pubblichiamo e che informa su come certi denari pubblici sono spesi dall’Unione Europea. Alla volontà di imporre l’ideologia che sostiene la comunità Lgbtq+ ovviamente il nostro giornale si oppone così come non condivide tutto ciò che è ideologizzato.
L’UE sta attualmente spendendo circa 2.5 milioni di euro per iniziative dedicate ai giovani LGBT nell’ambito del programma Erasmus+. Rivolti a bambini, animatori e insegnanti, questi progetti mirano a coinvolgere sia i giovani sia il sistema educativo in generale.
Inoltre, queste iniziative si rivolgono in modo evidentemente sproporzionato ai Paesi in cui l’agenda woke non è ancora diventata mainstream (come l’Italia). Paesi che hanno ancora una forte cultura tradizionale basata sui valori cristiani.
Quali sono dunque alcune delle attività finanziate dall’Erasmus+?
Sicuramente si ricorderà “DragTivism Jr”, il campo estivo oggetto di una nostra importante petizione lo scorso Agosto. Questo programma prevede che i ragazzi tra i 14 e i 17 anni imparino a “diventare il loro alter ego drag”, si esibiscano come drag queen, diventino attivisti politici LGBT nei loro Paesi ed esplorino la loro “identità di genere”.
A seguito della nostra petizione allarmante, ben due eurodeputati italiani, Paolo Inselvini e Isabella Tovaglieri, avevano presentato due interrogazioni alla Commissione europea per chiedere spiegazioni sull’utilizzo dei fondi dell’UE e per fermare il progetto.
Ma DragTivism non è di certo l’unico progetto pericoloso disponibile per i giovani cittadini europei.
Un’altra iniziativa da esaminare è la Rainbow Youth Platform. L’obiettivo di questa piattaforma è quello di “sviluppare competenze civiche di base e di attivismo LGBTI+” nei giovani tra i 15 e i 30 anni. Il programma mette inoltre in contatto i giovani con gruppi di attivisti internazionali per aumentare la loro influenza politica in ogni Paese.
Ma c’è di più. Choir for Gender Equality vuole “aumentare le conoscenze dei partecipanti sui concetti relativi all’identità di genere, all’orientamento sessuale, agli stereotipi di genere e ai diritti della comunità LGBTI”. Anche qui, si continua incessantemente ad insistere con il deviante concetto di “identità di genere“.
L’elenco dei progetti continua. Attualmente sono in corso 14 progetti nell’ambito di questo programma e oltre 100 sono stati recentemente completati.
L’UE sta prendendo il denaro pubblico e lo sta riversando in programmi che mirano a radicalizzare i bambini e a corrompere i sistemi educativi degli Stati membri.
Questi controversi programmi Erasmus+ espongono i giovani a gruppi LGBT estremisti, con lo scopo di trasformarli in attivisti LGBT.
Come può l’UE giustificare l’uso improprio di 2.5 milioni di euro in questo modo?
In origine, il programma Erasmus era stato creato per facilitare la collaborazione internazionale tra università e istituzioni accademiche dei vari Paesi dell’Unione Europea. Era stato fondato per consentire agli studenti di sperimentare l’istruzione in un altro Paese europeo, favorire gli scambi, arricchirsi ed imparare.
Ora, il programma Erasmus+ è diventato un mezzo di indottrinamento e radicalizzazione. Perché l’Erasmus paga questo tipo di sessualizzazione per i minorenni?
Ogni anno questi programmi si trasformano in un’escalation di estremismo. Ogni anno, gruppi di età sempre più giovani vengono presi di mira per queste iniziative LGBT. Non possiamo lasciare che passi un altro anno senza intervenire.
Dobbiamo agire ora prima che la situazione precipiti ancora di più.
C’è speranza. Insieme, possiamo invertire la rotta. La nostra voce può essere il fattore decisivo.
Vincendo questa battaglia, preserveremo i valori della famiglia e proteggeremo i nostri figli. Se rinunceremo, permetteremo a questi programmi scandalosi di continuare a corrompere i giovani.
I nostri figli e nipoti meritano di meglio. Ma senza un’azione immediata, l’UE potrebbe riuscire a fare il lavaggio del cervello a una generazione intera. Matilde Giunti e tutto il team di CitizenGO
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