Il vento a oltre 100 km/h che ha sferzato il Comasco ha provocato danni anche alle strutture agricole, oltre a disagi per alberi caduti e viabilità difficile sulle strade interpoderali. Tra le zone più colpite quella di Civiglio, poco distante dalla città capoluogo e da Brunate: qui l’azienda del giovane imprenditore agricolo Daniele Bernasconi, che produce ortaggi in sella, ha subito migliaia di euro di danni per il vento che ha letteralmente sradicato le strutture: serre con un anno di vita impossibili da recuperare, mentre si sta facendo l’impossibile per salvare, almeno, gli ortaggi. “Ho speso oltre quattromila euro solo per la serra che oggi è da buttare, ma a ciò si aggiunge il mancato guadagno e non so ancora se potrò partecipare con i miei prodotti ai prossimi mercati. Sarà dura” racconta Bernasconi che, con amarezza, evidenzia come “ogni anno ci sia da fronteggiare un’emergenza dovuta al clima”.
Niente di più vero: d’altra parte, il tema del clima impazzito continua ad essere una priorità per il mondo agricolo, alle prese con continui sfasamenti stagionali e alternanza di periodi siccitosi e piovosi. Intanto, un’indagine evidenzia come quasi tre italiani su quattro (74%) ritengono urgente dotare il Paese di interventi immediati contro la siccità e i danni da maltempo a partire da un piano invasi per raccogliere l’acqua piovana e garantirne la disponibilità ma anche evitare frane e dissesti. Dati confermati dal sondaggio Coldiretti/Noto Sondaggi.
La realizzazione di infrastrutture sul territorio è al primo posto nella classifica degli interventi necessari secondo gli italiani per far fronte agli effetti dei cambiamenti climatici che impattano sulle coltivazioni davanti a piani di adattamento e ad investimenti in innovazione tecnologica.
L’alternanza di lunghi periodi di siccità a violente ondate di maltempo fa sì che spesso i canali asciutti favoriscano lo scorrimento rapido delle piogge, provocando danni poiché i terreni secchi non riescono ad assorbire l’acqua che tende ad allontanarsi per scorrimento provocando frane e smottamenti. In questo modo l’Italia perde ogni anno l’89% della pioggia che va a finire nei 230mila chilometri di canali lungo il Paese e da qui in mare.
Raccogliere il 50% di acqua piovana. Coldiretti con l’Anbi, l’Associazione nazionale delle bonifiche, ha elaborato un progetto immediatamente cantierabile per una rete di bacini di accumulo. I laghetti sarebbero realizzati senza cemento, con pietra locale e con le stesse terre di scavo con cui sono stati preparati, per raccogliere la pioggia e utilizzarla in caso di necessità. L’obiettivo è arrivare a raccogliere il 50% dell’acqua piovana che potrebbe essere utilizzate per una molteplicità di altri utilizzi, riducendo il prelievo di quella potabile.
L’indagine Coldiretti/Noto Sondaggi mette in evidenza anche l’importanza degli agricoltori nella tutela dell’ambiente. L’84% dei cittadini, tra quelli che esprimono un’opinione, assegnano, infatti, alle aziende agricole un ruolo positivo nella tutela dell’ambiente, dalla manutenzione del territorio alla lotta alla cementificazione.
Pesa il consumo di suolo. Ad aggravare gli effetti dei cambiamenti climatici è il fenomeno del consumo di suolo, con l’Italia che causa della cementificazione e dell’abbandono ha perso quasi 1/3 (30%) dei terreni agricoli nell’ultimo mezzo secolo con la superficie agricola utilizzabile in Italia che si è ridotta ad appena 12,8 milioni di ettari ed effetti sulla manutenzione e pulizia del territorio e sulla tenuta idrogeologica del Paese, secondo l’analisi Coldiretti.