L’appello dell’Arcivescovo nella messa in Duomo per la giornata Mondiale della pace

«La mia voce non pretende di arrivare a coloro che decidono il destino dei popoli, ma vorrei almeno raggiungere le persone di questa città per dire: c’è speranza anche per voi, che vi siete arricchiti con l’oppressione dei poveri o con ricchezze maledette ricavate dalle estorsioni, dall’usura, dalla droga, dal gioco. C’è speranza anche per voi che avete disprezzato la vita, spento il desiderio di vivere, di generare vita, di custodire la vita nelle donne, nei bambini, negli anziani: lo sguardo di Gesù vi chiama a praticare il rispetto di ogni vita, a costruire rapporti di solidarietà e di prossimità per riparare all’abbandono e alla indifferenza».

Si è conclusa con questo appello, che richiama quello già contenuto nel recente Discorso alla Città del 6 dicembre, l’omelia che l’Arcivescovo ha pronunciato oggi in Duomo, durante la Messa per la Giornata mondiale della Pace. Una celebrazione a cui mons. Delpini mancava dal 2022, essendo stato assente da Milano negli ultimi due anni a causa di viaggi missionari all’estero.

Alla Messa erano presenti i rappresentanti delle confessioni cristiane non cattoliche presenti in città, riuniti nel Consiglio delle Chiese cristiane di Milano, che sono stati poi ricevuti in Arcivescovado dopo la celebrazione.

La pace è stato il filo conduttore della Messa e della stessa omelia, in cui l’Arcivescovo ha più volte citato il Messaggio di papa Francesco per questa Giornata. «Ci viene il sospetto di essere ridicoli, patetici, illusi», ha detto tra l’altro mons. Delpini, nel chiedere «che una parte almeno delle spese per gli armamenti sia destinata a vincere la fame e il disastro causato al pianeta». Ma «noi tutti, discepoli di Cristo, radunati dalla stessa fede, anche se appartenenti a confessioni cristiane diverse, siamo qui, all’inizio del nuovo anno civile del mondo occidentale, a professare l’intenzione di condividere i sentimenti di Gesù».

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