Condividiamo una comunicazione di Assonidi riguardo al tema: dopo aver conseguito la laurea specialistica, è ora obbligatoria l’iscrizione all’albo professionale. Di conseguenza, risulta complesso assicurare personale qualificato per soddisfare le richieste di posti delle famiglie lombarde.
Le norme soffocano sempre più l’attività educativa negli asili nido: è la denuncia di Assonidi, l’Associazione dei nidi e delle scuole d’infanzia privati (aderente a Confcommercio MiLoMB).
Negli oltre 2.000 servizi 0-3 lombardi (asili nido e micronido, privati e pubblici) lavorano, ad oggi, circa 8.000 educatrici (regolarmente inquadrate nei contratti di categoria) che, pena una possibile denuncia per esercizio abusivo della professione, dovranno urgentemente iscriversi all’albo professionale degli educatori socio-pedagogici.
“L’onda anomala dell’albo ha investito il nostro settore. Da tempo – spiega Paolo Uniti, direttore di Assonidi – letteralmente ‘pellegriniamo’ tra le varie istituzioni comunali, regionali e nazionali per segnalare che i nidi hanno difficoltà a reperire personale qualificato. Si rischia di non riuscire a garantire un numero di educatrici adeguato a coprire le richieste di posti delle famiglie lombarde”.
“Prima il decreto legislativo 65/2017 ha reso obbligatoria la laurea specialistica per lavorare nei nidi, ora la legge 55/2024 impone l’iscrizione all’albo professionale: allontanando ancora di più chi si vuole avvicinare al nostro settore già in crisi di vocazioni. Insomma – conclude Paolo Uniti – dalla politica viene somministrato un medicinale peggiore della malattia”.
Assonidi chiede l’esclusione dei servizi educativi per la prima infanzia dalle disposizioni della legge 55/2024, o, quanto meno, di prevedere una quota d’iscrizione simbolica e il rinnovo gratuito per tutti gli iscritti, così da non gravare sulle educatrici.