Emanuela Fogliadini esperta di iconografia e teologia bizantina-ortodossa, ha pubblicato con l’editrice Àncora il libro “La Chiesa di Chora. L’ultimo tesoro di Bisanzio”. La celebre Basilica è recentemente tornata sotto i riflettori a seguito della decisione del presidente turco Recep Tayyip Erdogan di applicare la sentenza del Consiglio di Stato del 19 Novembre 2019, che ha annullato la conversione del luogo di culto in museo avvenuta nel 1958. Nota come “moschea Kariye” è ora utilizzata per il culto islamico, ma i suoi magnifici affreschi sono coperti da tappeti.
La chiesa di Chora ha attraversato numerose trasformazioni: inizialmente costruita come luogo di culto cristiano, è stata successivamente convertita in moschea, poi in museo e infine nuovamente in moschea. Meta di milioni di turisti, all’interno delle sue mura si trovano mosaici di straordinaria bellezza e valore, non solo artistico ma anche di profondo significato religioso. Situata nella parte Sud-occidentale del centro storico di Istanbul, è riconosciuta ancora oggi come uno dei più illustri esempi di architettura bizantina.
La chiesa di Chora non rappresenta solo uno scrigno d’arte ma è un luogo che nonostante i continui cambiamenti d’utilizzo è palpabile la presenza di Dio. Questo libro realizzato dall’editrice Àncora è un importante testimonianza della sacralità di questo luogo.
L’Autrice, con notevole abilità, ha saputo narrare e illustrare in dettaglio il significato di ciascuna raffigurazione presente nella chiesa. Il lettore, nello scorrere le pagine del volume, ha la sensazione di entrare in un mondo di estrema bellezza con immagini che illustrano la storia della salvezza della cristianità. La Prof.ssa Fogliadini infatti ha arricchito il testo con una vasta selezione di fotografie, scattate con cura prima che le opere venissero nascoste al pubblico, consentendo così al lettore di apprezzare completamente la bellezza e la storia di questi capolavori celati.
Le origini della chiesa risalgono al VI secolo, dopo la conquista ottomana di Costantinopoli; l’edificio mantenne la sua funzione ecclesiastica fino al 1511, anno in cui fu convertito in moschea. Durante questo processo di trasformazione, i preziosi mosaici e affreschi vennero coperti con uno strato di calce, ed è straordinario come siano riusciti a sopravvivere per tanti anni. Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, l’edificio fu oggetto di un importante intervento di restauro. Nel 1945, l’edificio venne ufficialmente inaugurato come museo statale, permettendo così a visitatori e studiosi di ammirare la sua ricca storia e il suo patrimonio artistico.
I mosaici e gli affreschi, descritti con grande maestria dall’Autrice, rappresentano le opere più significative e affascinanti dell’arte bizantina. Nel volume si possono ammirare dettagliatamente l’incarnazione di Cristo, l’infanzia della Madre di Dio e il ministero di Cristo presentati con un’accuratezza straordinaria. I ricchi e complessi affreschi della cappella funeraria, ispirati ai Vangeli apocrifi, narrano con immagini vivide e coinvolgenti il racconto salvifico cristiano, rendendo ogni scena un’esperienza visiva unica e toccante.
L’editrice Àncora ha realizzato un’operazione preziosa che ha permesso di documentare un patrimonio artistico e culturale di grande valore non più accessibile al pubblico. Soprattutto ha fatto un regalo alla cristianità e agli studiosi e agli appassionati d’arte sacra.
“La chiesa di Chora. L’ultimo tesoro di Bisanzio” è un libro-documento che s’inscrive nel pronunciamento dell’Unesco (l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura, la Comunicazione e l’Informazione) la quale ha riconosciuto patrimonio universale l’edificio di culto edificato nel VI secolo.