Nacque il 7 dicembre 1921 e, nel corso degli anni, è divenuta un’istituzione fondamentale per la formazione culturale e cristiana di moltissimi studenti. L’Università Cattolica del Sacro Cuore si appresta a festeggiare domenica 14 aprile la sua centesima giornata. L’istituzione fondata da padre Agostino Gemelli, durante i festeggiamenti, porterà al centro dell’attenzione un tema quantomai attuale ovvero
“La domanda di futuro, i giovani tra disincanto e desiderio”. Anche la presidenza della Cei guidata dal cardinale Matteo Zuppi ha voluto associarsi alle felicitazioni mandando un proprio messaggio. “In questi ultimi anni – scrive la Conferenza dei vescovi – un susseguirsi di eventi sta modificando in profondità la percezione della realtà e dell’esperienza umana, soprattutto in rapporto la futuro, guardando in particolare al mondo giovanile si registra una situazione di grande incertezza che oscilla tra paure e slanci, smarrimento e ricerca di sicurezze, senso di solitudine e rincorsa ad abitare i social media”. Per questa ragione, quindi, parlare di giovani e futuro “offre la possibilità di sviluppare alcune considerazioni utili a comprendere la missione dell’ateneo dei cattolici italiani in un contesto di cambiamenti che si rivelano sempre più epocali”.
La domanda di futuro, ricorda la Cei, non investe soltanto i giovani e coinvolge più aspetti, dal cambiamento climatico ai conflitti in corso, dalle criticità economiche ai precari equilibri nei rapporti tra le persone, sino ai legami affettivi fragili e a carenza di lavoro e rivoluzione tecnologica. In quest’orizzonte che viaggia tra “disincanto e desiderio”, le giovani generazioni sono quindi chiamate a individuare una stella polare di riferimento. “L’Università Cattolica del Sacro Cuore – afferma la Cei- è nata sulle macerie di una guerra mondiale e in un quadro sociale e politico di grande incertezza, l’ateneo ha preso forma grazie all’intraprendenza di padre Agostino Gemelli e della beata Armida Barelli, in una stagione certamente non più facile dell’attuale e da oltre cento anni, con la sua proposta formativa, originale e integrale, vuole essere uno spazio fecondo e creativo per dare ai giovani non tanto aspettative per il futuro, quanto certezze per un presente da protagonisti e da veri artefici di un domani che sia più sostenibile, fraterno e pacifico per tutta l’umanità”. Un percorso che, per potersi realizzare, necessita però di alcune condizioni.
La Cei indica la prima nella “natura ecclesiale dell’ateneo che, lungi dall’essere un mero fattore nominale, esprime il convergere di una comunità ben più ampia di quella tipicamente accademica”. Ma da prendere per mano, per la Cei, sono anche le questioni legate alle innovazioni scientifiche e tecnologiche e all’urgenza di fare ritrovare ai giovani fiducia e speranza per farli ridiventare motori di un cambiamento.