Il cammino dei pastori in piazza della Regione mostra con foto e storie di vita

Il presidente della Giunta regionale, Attilio Fontana, e  gli assessori regionali Alessandro Beduschi (Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste) e Francesca Caruso (Cultura) hanno inaugurato oggi in piazza Città di Lombardia la mostra fotografica ‘Il cammino dei pastori. Storie di vita e del paesaggio lombardo’, visibile fino al 17 novembre.  Testimonianze di un mondo antico che trova ancora spazio nell’epoca moderna.

“Una mostra che arriva dopo la pubblicazione di un bellissimo libro che fotografa, attraverso le immagini di Carlo Meazza, la transumanza nella nostra regione – ha detto il presidente Attilio Fontana, nel corso dell’inaugurazione -. Una realtà che fa riferimento a storia e a tradizioni che dobbiamo tutelare e preservare. Credo che questo libro e la mostra fotografica vadano concretamente in questa direzione”.

“Le immagini che oggi vengono proposte in piazza rendono bene la suggestione del mondo pastorale, Un mondo magico ed eroico – ha detto Beduschi – che alimenta da sempre la qualità di un lavoro impegnativo e affascinante, oltre che utile per la collettività. Un comparto che concorre a costruire il benessere di un territorio, spesso difficile, che in pochi riescono  a curare e che loro mantengono intatto, sicuro e presidiato. Un lavoro che dobbiamo sostenere, come istituzione, al meglio, per assisterli negli alleggerimenti burocratici e nelle norme che ne vincolano l’efficacia in termini di azioni di tutela del territorio”.

L’iniziativa di oggi valorizza il recupero dell’archivio di etnografia e storia sociale di Regione Lombardia. “Sono foto meravigliose quelle realizzate da Carlo Meazza – ha aggiunto l’assessore Caruso – che ci raccontano il passato, la nostra storia, la nostra splendida Lombardia, in un mestiere che resta sostanzialmente simile a sempre. Ricordo che la transumanza è stata riconosciuta dall’Unesco come patrimonio immateriale per il grande valore identitario e di tradizione. Grazie a tutti coloro che hanno permesso la realizzazione di questa mostra e la valorizzazione di  un  grande patrimonio”.

“La mostra è stata impostata in due fasi – ha detto Stefano Boccalini, artista, docente, che ha curato la realizzazione del percorso fotografico – , una parte interna e una esterna, la prima con la vita dei pastori e l’altra con i paesaggi bellissimi della Lombardia. Sono oltre 300 le foto da cui abbiamo tratto la selezione proposta”. “Protagonista della mostra è il mondo dei pastori – ha detto Carlo Meazza, fotografo – che ho seguito nelle quattro stagioni, in montagna e in pianura. Molto bello poter vedere queste foto che illustrano un mondo antico rimasto uguale a sempre, nonostante il progresso. Un mondo antico dentro il cuore moderno della Lombardia, un contrasto che non si pone in antitesi, due aspetti della mostra che abbiamo cercato di coniugare, abbinando parole – come ‘solitudine’, ‘connessione’, ‘indipendenza’ – alle fotografie che acquistano così un significato diverso. Il valore delle parole non sostituisce le immagini, che a loro volta non sostituiscono le parole”.

“Un lavoro che ci si trova a intraprendere senza motivo, con la passione per gli animali e la tradizione famigliare  – ha detto Daniele Savoldelli, pastore di Schilpario (BG), in val di Scalve -. Noi seguiamo ancora il ritmo delle stagioni, dobbiamo inventarci ogni giorno un nostro giro, un nostro viaggio, un nostro ‘campare’. Arriviamo dalla val di Scalve fino a Milano e scendiamo in pianura. Quando è primavera saliamo in montagna, in autunno ridiscendiamo nuovamente. Era così secoli fa, è cambiato poco nulla per noi, il modo di allevare resta sempre lo stesso”.

Alla presentazione è intervenuta anche Monica Sgrò, docente, curatrice del progetto ‘Mangiamo i prati’ realizzato in collaborazione con Fondazione Wurmkos e rivolta ad alcune scuole di Milano.

Il pastoralismo in Lombardia in cifre

In Lombardia, secondo i dati del Sistema Informativo Veterinario nazionale al 30 giugno del 2024, sono presenti sono presenti 1.0571 allevamenti stabili e ‘vaganti’: 105.361 i capi ovini e 84.847 i capi caprini.

La provincia in cui i dati indicano il maggior numero di animali è quella di Bergamo con 2.414 allevamenti, 42.718 gli ovini e 19.292 i caprini. Segue Brescia con 2.420 allevamenti, 20.711 gli ovini e 18.575 i caprini. Poi Sondrio: con 1.350 allevamenti, 8.201 gli ovini e 13.175 i caprini; Como con 1.142 allevamenti, con 5.302 ovini e 8.342 caprini. Lecco con 826 allevamenti, 7.905 ovini e 6.128 caprini; Varese con 642 allevamenti; 5716 ovini e 5.905 caprini; Milano: con 424 allevamenti, 2.898 ovini e 5.075 caprini; Pavia: 388 allevamenti, con 3.469 ovini e 2.397 caprini; Mantova: 381 con allevamenti, 3111 gli ovini e 1879 i caprini; Cremona con 237 allevamenti, 4.551 gli ovini e 2.766 i caprini; Monza Brianza; 203 allevamenti, 672 gli ovini e 868 i caprini. Ed infine Lodi con 90 allevamenti, 647 gli ovini e 444 i caprini. Le provincie con maggior densità di allevamenti per chilometro quadrato sono Bergamo e Lecco (0.4283) così come quelle per densità di capi (7.7454).

Pecora Brianzola: 1.413 capi; Pecora Bergamasca: 485 capi; Pecora Ciuta: 410 capi; Pecora di Corteno: 394 capi; Naso nero del Vallese: 271 capi.

Bionda dell’Adamello Produzione casearia: Fatulì, formaggella a latte crudo. Produzione carne: capretto e berna, striscia di carne essiccata. Orobica Produzione casearia: Formagìn, Matuscìn, Roviola, diversi nomi dialettali della formaggella di capra. Il suo latte è utilizzato per la produzione di Bitto DOP nel caso di aggiunta di latte di capra a quello vaccino. Frisa Valtellinese Produzione carne: violino di capra, coscia o spalla di capra essiccata. Verzasca Produzione carne: Capretti pesanti e ricercati. Produzione casearia: Formaggella del Luinese D.O.P., dove nel disciplinare si obbliga all’utilizzo di una percentuale di latte di capra Verzasca (pascoliva).  Lariana Capretto (specializzata nella produzione carne).

In Lombardia si produce circa 150 tonnellate all’anno di lana. Occorre trovare nuovi utilizzi per questa risorsa che soffre la concorrenza di lane estere e la mancanza di impianti per poter essere trattata. In Italia si stima che sulla base di circa 8 milioni di ovini si producano dai 10 a 12 milioni di chili di lana sudicia; di questi, all’incirca l’80%, viene esportato, senza le operazioni di lavaggio all’estero; in particolare in India, Cina e sud Europa. Nel nostro paese ne restano così 1200 tonnellate serve così ricostruire una filiera tessile e dare vita a una catena produttiva che si è interrotta con l’incremento delle fibre sintetiche e il ricorso a lane d’importazione.

Tra gli obiettivi della legge 14/2022, c’è anche quello di sostenere economicamente progetti in favore dei pastori e dei conduttori d’alpeggio che eseguono opere di manutenzione del territorio in accordo con gli enti locali competenti. Nel 2023 sono stati attivati otto progetti relativi al triennio 23/25, con un contributo di 211.000 euro. La Regione, inoltre, promuove l’individuazione di percorsi di transumanza in accordo con gli enti locali, per garantire il libero passaggio delle mandrie e delle greggi e il pascolo in aree idonee.  

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