Gulisano parla di famiglia al primo Festival Distributista italiano

Il Movimento Distributista Italiano nasce nel 2012 a Bergamo dove si è tenuto sabato 21 e domenica 22 il primo Festival Distributista italiano , presso la Sala Galmozzi della Biblioteca Caversazzi in via Torquato Tasso 4.

A dare l’avvio ai lavori è stato il presidente del Movimento Distributista, il dottor Matteo Marzariol. Il movimento si ispira al pensiero distributista di G.K. Chesterton, H. Belloc e padre V. McNabb, tre cattolici inglesi dell’inizio del secolo scorso. Il movimento nasce per contrastare i mali della società capitalista e social-comunista, ispirandosi all’enciclica Rerum Novarum del 1891 di Leone XIII, elaborando una visione alternativa della società basata sul senso comune, la ragionevolezza e il sano realismo. Come ha spiegato il Presidente del Movimento, il distributismo ha come perno la famiglia, che in questo periodo è costantemente sotto attacco. Nonostante i cambiamenti sociali, culturali ed economici, la famiglia continua a rappresentare un pilastro fondamentale per l’individuo e la comunità. Numerosi gli ospiti che si sono alternati sul palco, come il dottor Paolo Gulisano, medico, saggista e socio del Movimento Distributista Italiano, che nel suo intervento “La centralità economico-sociale della famiglia naturale”, ha evidenziato quanto la famiglia e il matrimonio siano fondamentali per il movimento, citando una frase del fondatore G.K. Chesterton: “Ho conosciuto molti matrimoni felici, ma mai nessuno ‘compatibile’.” Questa affermazione, sebbene singolare, rende l’idea di cosa significhi la famiglia per i Distributisti.

I Distributisti rappresentano un movimento intellettuale e sociale nato in Inghilterra all’inizio del XX secolo, che poneva al centro della loro visione del mondo la famiglia. Questa istituzione, secondo i Distributisti, era considerata il nucleo fondamentale della società, il luogo in cui si formavano i caratteri, si trasmettevano i valori e si costruiva il bene comune. G.K. Chesterton, uno dei principali esponenti del movimento distributista, ha lasciato un’impronta indelebile nel pensiero di questo movimento, ricco di sfaccettature che si esprimeva attraverso un linguaggio spesso ironico. Chesterton era un grande difensore della tradizione, che considerava un deposito di saggezza e di valori; la famiglia rappresenta il primo nucleo in cui l’individuo entra in contatto con i valori, le tradizioni e le norme sociali. È qui che si apprendono le prime regole di convivenza, si sviluppano le prime relazioni affettive e si costruisce un’identità personale. I Distributisti immaginavano una società composta da piccole unità economiche, dove ogni famiglia potesse produrre gran parte di ciò di cui aveva bisogno. Questo modello economico, basato sulla cooperazione e sull’autosufficienza, era in netto contrasto con l’industrializzazione e l’urbanizzazione che stavano trasformando radicalmente la società inglese. La famiglia, secondo i Distributisti, era il luogo ideale per trasmettere i valori morali e religiosi. Era qui che si imparava il senso del dovere, la solidarietà, il rispetto per l’autorità e per la tradizione. Rappresentava una critica al capitalismo, visto come un sistema che alienava l’individuo, distruggeva le comunità e favoriva l’egoismo. La famiglia, al contrario, promuoveva l’altruismo, la cooperazione e la solidarietà.

L’evento ha ospitato anche John C. Medaille, uno dei principali esperti e sostenitori del distributismo, nonché docente di Teologia ed Economia all’università di Dallas. Medaille ha preso parte al congresso tramite video collegamento, durante il quale ha sottolineato che il distributismo si basa su un principio fondamentale: non è accettabile che la produzione della ricchezza o del reddito sia separata dalla sua distribuzione.

Questo implica che efficienza e giustizia distributiva devono avanzare di pari passo. Il cittadino svolge un ruolo attivo nelle questioni economiche che lo riguardano, sia come protagonista sia come destinatario delle azioni altrui, tenendo presente che i fenomeni economici non sono mai il frutto di cause isolate.

Nel pomeriggio, il dottor Matteo Martinoli, membro del Comitato Direttivo del Movimento Distributista Italiano laureato in Economia e Commercio, ha tenuto un intervento sul tema “Per una moneta libera da debito e interesse al servizio del bene comune”. L’idea di una moneta priva di debito e interesse, destinata a servire il bene comune, è da anni al centro del dibattito economico e sociale. Questa proposta radicale sfida le basi del sistema monetario attuale, fondato sul debito e sull’interesse. Liberarsi dal debito significa riacquistare la sovranità monetaria, consentendo agli Stati di controllare autonomamente la quantità di moneta in circolazione e di destinarla a progetti di interesse pubblico. L’idea di una moneta libera da debito e interesse è affascinante e merita una considerazione approfondita. Tuttavia, la sua realizzazione richiede un cambiamento culturale e istituzionale significativo, oltre a un’attenta analisi delle possibili conseguenze economiche e sociali.

L’intervento di Don Samuele Ceccotti, cappellano del Movimento e vicepresidente dell’Osservatorio Internazionale Card. Van Thuan per la Dottrina Sociale della Chiesa, ha affrontato il tema “Le gilde o corporazioni di arti e mestieri: un’alternativa ai sistemi di partiti”. Don Samuele ha spiegato che le corporazioni delle arti e mestieri, o gilde, erano associazioni nate nel XII secolo in molte città europee, con l’obiettivo di regolamentare e tutelare le attività degli appartenenti alla stessa categoria professionale. L’idea delle corporazioni contrasta con le attuali politiche europee, dove prevale il pensiero: “Se non possiedo nulla, non ho più un legame stabile con una casa, con un’impresa, con un territorio. Si creano così le condizioni per uno sradicamento e un perenne nomadismo. L’ideale della società delineato nell’Agenda 2030 si riassume nell’espressione: Non possiederai nulla e sarai felice. Si prospetta un sistema socioeconomico in cui la proprietà privata diventa svantaggiosa, avviandosi verso la sua estinzione.” Questi temi sono stati affrontati da Don Samuele Ceccotti in numerosi convegni organizzati dall’Osservatorio Internazionale Card. Van Thuan.

Nonostante le numerose critiche, il pensiero distributista continua a suscitare un notevole interesse. Ideali come la valorizzazione della famiglia, il desiderio di costruire una società più umana, equa e sostenibile, e la critica feroce al capitalismo sfrenato, risuonano oggi più che mai attuali e pertinenti.

didascalia: da sin. dottor Paolo Gulisano, medico, saggista e socio del Movimento Distributista Italiano, presidente del Movimento Distributista, il dottor Matteo Marzariol

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