Così aderente al vangelo, da dubitare della propria stessa normalità. Così coerente all’insegnamento di Gesù, da ritrovarsi solo e domandarsi cosa avesse sbagliato. È mai possibile? Accadde a Francesco. Stanco e oppresso dai dubbi e dalla paura di avere confuso la voce dello Spirito con quella della propria immaginazione, Francesco viveva isolato e triste nella solitudine delle grotte a La Verna. Poi giunse la consolazione di Gesù. Giunse un segno inaspettato. Non una visione, non un sogno, non una parola. Nulla che potesse essere dimenticato, che durasse un istante soltanto. Francesco fu il primo cristiano a ricevere un segno di quel tipo, un segno che poteva guardare e riguardare ad ogni ritorno dei dubbi e delle ansie: mani e piedi forati, il costato ferito. Quel dolore lo accompagnò fino alla morte ma fu un sollievo. Ad ogni fitta sentiva la conferma del Maestro di ogni povertà: sei come me Francesco, sei in terra un “alter Christus”, un altro Cristo. Il corpo e il sangue di Francesco erano come il corpo e sangue di Gesù in croce. E noi ad ogni messa chiederemo d’essere altri Cristo in terra: “Padre veramente santo, fonte di ogni santità, santificami con l’effusione del tuo Spirito perché io diventi Corpo e Sangue di Cristo tuo figlio, nostro Signore”. … https://lalocandadellaparola.com/2024/10/04/francesco-3/
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