Erogati quasi 3 mln di euro a favore parrocchie in maggiore difficoltà economica

Con l’obiettivo di far crescere nella comunità diocesana la sensibilità e la mentalità di comunione in relazione anche ai beni materiali, come segno di una comunione fattivamente praticata, l’11 aprile 2016 un decreto dell’allora Arcivescovo di Milano, Cardinale Angelo Scola, ha costituito la Commissione diocesana “L’interesse è la comunione”, Commissione rinnovata nel maggio 2022 dall’Arcivescovo Mario Delpini.

La decisione nacque da un lato dalla consapevolezza che le 1.107 parrocchie della Diocesi vivono situazioni molto differenti tra loro, per patrimoni ed entrate correnti, e dall’altro dal desiderio di promuovere un’esperienza di “perequazione”, facendo cioè in modo che l’aiuto non arrivi dall’esterno, ma sia frutto di una scelta di comunione in relazione ai beni e alle disponibilità di ciascuna comunità.

Dal 2016, rende noto la Commissione diocesana, presieduta da don Luca Violoni, sono stati complessivamente distribuiti in favore delle comunità più bisognose quasi tre milioni di euro.

Sono 60 i casi presi in esame dalla Commissione (34 nel primo mandato e 26 nel secondo). Nel dettaglio, sono stati 14 gli interventi risolutivi, per un totale di 2 milioni e 930 mila euro. Altre 10 richieste, che richiedevano uno sguardo più ampio sulla situazione giuridico-economica delle realtà ecclesiali, sono state trasferite all’Ufficio Parrocchie della Curia. L’analisi dei dati ha poi fatto emergere altri possibili 36 casi, ma, dopo una approfondita valutazione, la Commissione ha ritenuto di non ipotizzare alcun intervento.

Il numero più alto di interventi è relativo alla Zona pastorale VI (Melegnano), con 5 casi, seguita dalla Zona I, ovvero la città di Milano (4 interventi); nella Zona II (Varese) sono stati fatti 2 interventi, nella III (Lecco), nella V (Monza) e nella VII (Sesto San Giovanni) un intervento, mentre nella Zona IV (Rho) non si è reso necessario nessun intervento.

Le risorse distribuite sono state raccolte anzitutto grazie alle cosiddette “tasse decreto”, ovvero contributi richiesti alle parrocchie in occasione di entrate straordinarie (donazioni, lasciti, vendite di immobili …), che in parte vengono condivisi grazie a una redistribuzione governata dalla Diocesi. Oltre a una quota parte dell’ammontare delle tasse decreto, il fondo per la perequazione ha potuto contare anche su donazioni di decanati e comunità in aiuto alle parrocchie più in difficoltà economica.

Il metodo di valutazione delle richieste messo a punto dalla Commissione diocesana risponde ad alcuni principi che hanno a che fare con criteri di gravità, giustizia ed efficacia. Gli interventi di aiuto devono cioè essere attivati solo in caso di gravi situazioni in termini debitori e/o di deficit annuale; inoltre, gli aiuti devono avere buone possibilità di rivelarsi efficaci e devono rappresentare un investimento sulle prospettive pastorali delle realtà ecclesiali coinvolte. Non servono quindi solo alla mera risoluzione di una problematica economico-finanziaria, ma hanno sempre un profilo educativo per le comunità cristiane che donano e che ricevono.

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