Quando qualcuno di altra religione manifesta apertamente il suo credo, le sue feste e le sue regole, siamo sempre tremendamente goffi. Per timore di risultare intolleranti come alcuni che sbagliano, assumiamo un atteggiamento di simpatia che spesso scivola in vera e propria partecipazione e coinvolgimento interiore. Ognuno è libero di mostrare più interesse per la religione altrui che per la propria. Ma la domanda resta ed è proprio questa: a noi il vangelo piace davvero? Gesù di Nazareth ci incanta sì o no? È bello e fine procurare cibo adatto a chi non può mangiare questo e quello perché Dio non glielo permette. Ma – accidenti! – lo leggiamo il vangelo qui sotto? Siamo l’unica religione che non vieta cibo e che viceversa ne impone la distribuzione. Ne siamo orgogliosi? Siamo consapevoli che Gesù ci ha liberato da tutte le irrazionali regole religiose dandoci l’unico comando dell’amore? Divieti alimentari, caste, circoncisione, esclusione della donna dalla preghiera pubblica, ripudio unilaterale della moglie, sono solo alcune delle regole di Israele che Gesù superò pagando con la vita. L’hanno ammazzato per questo, l’abbiamo capito? Siamo o non siamo orgogliosi di seguire un uomo tanto moderno? Quelli che protestano contro la festa di fine Ramadan e quelli che invece vi partecipano, dove saranno il 18 maggio? Saranno tutti in preghiera ad accendere fuochi nelle piazze nella veglia di Pentecoste? Perché il fatto è che se ami qualcuno, si deve capire che ne sei entusiasta……https://lalocandadellaparola.com/2024/04/12/entusiasmo/
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