Enoturismo scommessa importante per il Lario

Le esperienze nel mondo del vino? Sempre più strategiche anche nelle due province lariane, i cui vini sono sempre più conosciuti e apprezzati anche al di fuori dei confini delle nostre province. Lo rimarca Coldiretti Como Lecco a conclusione di Vinitaly e nel tracciare l’identikit delle preferenze degli enoturisti, di recente confermato anche dall’indagine Coldiretti/Ixe’ sul fenomeno, con 15 milioni di italiani che hanno avuto esperienze di turismo in cantina. Ben 8 cittadini su 10 si dichiarano poi intenzionati a farlo, un potenziale bacino di assoluto interesse per la crescita del settore.

Questo fenomeno è sempre incline ad incontrare il turismo di qualità attratto dal lago di Como e, unito alla promozione del cibo, rappresenta un ottimo volano di scommessa per i prossimi anni commenta il presidente di Coldiretti Como Lecco Fortunato Trezzi.

Del resto, il boom dell’enoturismo conferma il ruolo trainante del Made in Italy nel piatto e nel bicchiere per l’intero settore turistico: “Le cantine e gli agriturismi si stanno impegnando per proporre nuove iniziative e strutturarsi in modo sempre più professionale per offrire iniziative di qualità, intercettando anche le nuove esigenze dei turisti”. 

L’enoturismo – continua Trezzi – “è un segmento del turismo che presenta grandi potenzialità di sviluppo, un insieme di fattori tecnici, culturali, storici e territoriali che attraggono un pubblico sempre più variegato. Un’opportunità di sviluppo non solo per l’aspetto multifunzionale dell’agricoltura ma anche per l’intero territorio.  Un impegno che va sostenuto con politiche sempre più mirate per la valorizzazione dell’agriturismo e delle campagne italiane”.

I filari comaschi e lecchesi, spiegano da Coldiretti, affondano le loro radici nella storia del territorio: ancor oggi si rintracciano i terrazzamenti che, nei secoli passati, costeggiavano il lago nel suo insieme, mentre è certo che si producesse vino anche entro i confini della città di Como, anche nei giardini privati e negli orti dei monasteri, senza contare i vigneti che si potevano rintracciare lungo la strada Regina o nelle vie che portano a Como da Lipomo e Camerlata.

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