Editoriale – Gli occhi del mondo sulla rada di Palermo. E quelli italiani?

Ieri, giovedì 22 Agosto, i due più importanti “giornaloni” del mainstream, “Corriere della sera” e “La Repubblica”, orientavano i propri lettori, già nei titoli, a farsi un’opinione precisa della tragedia occorsa al Bayesian, lo yacht di 57 metri costruito da Perini Navi di Viareggio nel 2008, naufragato nella rada di Palermo qualche giorno fa.

Il quotidiano milanese annunciava in prima pagina, «Così siamo affondati». «Il naufragio? Errori a bordo» e nella seconda aggiungeva: «Una nave inaffondabile ma dall’equipaggio catena infinita di errori».

Dal canto suo La Repubblica, ancor più pedagogica, dopo aver sottolineato che «È affondato per la deriva alzata l’albero dei record ha fatto la leva», affidava le conclusioni ad uno skipper che confermava «Era una barca da crociera non adatta alle tempeste. Il vento a 50 nodi è terrificante, ti scaglia in mare».

Ecco fatto, il lettore è servito e può passare ad un’altra informazione come le tante fornitegli in passato. A proposito: quante volte è morto Putin affetto da tumore? La distruzione dei gasdotti Nord Stream non era opera dei russi? Con le sanzioni Mosca non sarebbe collassata in pochi mesi? Fino a poche settimane fa Joe Biden non era il miglior antagonista di Trump? Quanto fondate sono state le previsioni di Mario Draghi «Se non ti vaccini muori e fai morire» e quelle dei virologi per i quali «solo i vaccini salvavano»?

Ebbene, anche nell’affondamento del Bayesian stupisce come i “giornaloni” non si pongano elementari domande sulle strane coincidenze della morte del tycoon Michael Lynch, considerato il Bill Gates inglese (inventore, tra l’altro, di un software per agenti segreti) o di Jonathan Bloomer presidente di Morgan Stanley, banca partecipata dai fondi d’investimento BlackRock-Vanguard.

A bordo, insieme a loro, c’erano eminenti figure della finanza internazionale e del settore della cyber sicurezza legato al mondo dell’intelligence. «Gli ospiti di Lynch erano persone di diverse nazionalità: inglesi, canadesi, statunitensi, neozelandesi, un irlandese, tutte con doppio passaporto francese e inglese», come si legge nel blog di Cesare Sacchetti, “La cruna dell’Ago”.

Di più: questo Blogger, intravede una serie di analogie con quanto accaduto nel 2023 sul lago Maggiore, dove inaspettatamente naufragò la barca sulla quale un gruppo di agenti dei servizi di intelligence israeliani, italiani e inglesi si erano dati appuntamento, probabilmente per progettare qualche azione.

La tragica fine di Lynch, tra l’altro, avviene pochi giorni dopo quella di Stephen Chamberlain, investito da un’autovettura mentre faceva jogging nella contea di Cambridgeshire, in Inghilterra. Chamberlain, un ex dirigente di spicco della multinazionale informatica Autonomy, era stato assolto negli Stati Uniti lo scorso Giugno in un processo per frode insieme al fondatore della società, Michael Lynch, appunto.

Qui non si tratta di lasciarsi andare a congetture strane, ma un’informazione fatta da giornalisti veri dovrebbe almeno farsi venire qualche dubbio, interrogarsi. Invece, no, lo yacht affonda per errori umani e la verità è acclarata. Tutto a posto e non solleviamo polveroni.

Ecco perché si fa sempre più forte, in molti cittadini, il convincimento di non essere adeguatamente informati su ciò che accade davvero nel mondo.

Il leit-motiv non si discosta neppure su un tema come quello delle elezioni americane. Gli italiani sono quotidianamente subissati da informazioni che mettono in luce la figura della candidata alla presidenza, Kamala Harris, come se fossero essi stessi chiamati alle urne. Ma di che cosa devono essere convinti?

Insomma c’è una narrazione forzata che mira a creare ad arte la “verità”.

Domanda: non è che certi naufragi s’inscrivono nella dolorosa ridefinizione degli equilibri di un globo che sempre più sta diventando multipolare e dove gli Usa stanno sempre più perdendo il ruolo di “gendarmi del mondo”?

È una domanda, sia chiaro, solo una domanda.

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