Qualche giorno fa “La Verità” sottolineava che «con l’approssimarsi del giorno di Ferragosto, il Presidente del Senato, Ignazio La Russa, è riuscito finalmente a superare l’ostruzionismo persistente dei partiti di sinistra, dando il via libera alla tanto attesa e discussa Commissione Covid».
Sarà composta da 15 senatori: sei di Fratelli d’Italia, due del Partito Democratico, uno di Italia Viva, uno di Alleanza Verdi, uno del Gruppo delle Autonomie, uno del Movimento Cinque Stelle, due della Lega Salvini Premier e, per Forza Italia, da quella senatrice Licia Ronzulli salita agli onori della cronaca per aver introdotto l’obbligo vaccinale a tutti i medici.
Nelle prossime settimane sarà reso noto l’elenco completo dei deputati che andranno ad affiancare i senatori all’interno della Commissione.
Il compito che spetta alla Commissione è oggettivamente impegnativo perché dovrà analizzare le decisioni prese durante l’emergenza sanitaria, valutandone l’efficacia. La questione più spinosa da gestire, ovviamente, sarà l’emersione dei tanti errori commessi.
La pandemia di Covid-19 ha scosso il mondo ed ha suscitato una miriade di domande facendo sorgere giganteschi sospetti.
Che genere di legami ci sono stati tra capi di governo, assidui frequentatori di Davos, come Trudeau (Canada), Macron (Francia), Scholz (Germania) Draghi (Italia), von der Leyen (Europa) e le multinazionali della sanità (Big Pharma)?
Perché la rieletta presidente della Commissione europea non ha mai rivelato il contenuto dei messaggi che si scambiava con Pfiser quando trattava l’acquisto di milioni di dosi di vaccino per miliardi di euro?
Inutile girarci attorno: troppi atti compiuti da alti esponenti politici hanno danneggiato milioni di europei. A mano a mano che questi ultimi prendono coscienza dei torti subiti cresce la protesta che, in modo democratico, si manifesta attraverso il voto. In altri casi sfocia invece in violente manifestazioni, per ora sporadiche. Che cosa accadrà quando la percentuale dei non votanti supererà quella dei votanti? La crescita delle destre in Europa non ha nulla a che vedere con la gestione dell’emergenza covid e le politiche economiche dei governi di sinistra?
Se la pandemia è stata vista dai davosiani come un’opportunità per accelerare l’agenda 2030, la reazione avversa che ha messo in moto sta mostrando i suoi primi effetti che sono, per esempio, il desiderio di molti italiani di vedere finalmente partire la Commissione Covid.
È bene però non confidare in un successo clamoroso di questa istituzione. Non si può dimenticare che a favore della campagna vaccinale si sono esposti, oltre ai capi di governo Conte e Draghi, autorità come il presidente Mattarella e lo stesso papa Francesco.
Qualche verità ovviamente sarà acclarata, ma ministri come Speranza o consulenti del suo staff, qualora fossero anche ritenuti responsabili di errori ed omissioni, non subiranno penalizzazioni.
Responsabili di alte istituzioni hanno appoggiato la campagna vaccinale, certamente in buona fede, ma se anche si rivelasse che questa ha provocato milioni di vittime, è impensabile immaginare di vedere costoro finire sul banco degli imputati.
È molto probabile che la Commissione covid finirà a “tarallucci e vino”, secondo l’antica tradizione italiana. D’altra parte quando si vuole insabbiare una questione spinosa si fa una bella commissione.
Ciò che non si riuscirà a cancellare è il marchio indelebile su coloro che hanno violato la Costituzione, con la privazione della libertà degli italiani e il licenziamento di coloro che si opponevano a farsi vaccinare.