Dervio, la tradizione locale premiata a Roma: menzione d’onore per il racconto in dialetto comasco

Premiati, giovedì mattina 10 Aprile, a Roma i vincitori della sezione scuola del concorso “Salva la tua lingua locale”, giunto alla sua decima edizione, promosso a livello nazionale negli ambiti poesia, prosa edita e inedita in dialetto e musica, indetto da UNPLI, A.L.I. (Autonomie locali per l’Italia) con la collaborazione del Centro Internazionale Eugenio Montale e, per la sezione scuola, di E.I.P. Italia, Ecole Instrument de Paix, Scuola Strumento di Pace. Alla cerimonia organizzata nelle sale del Museo delle Civiltà di Roma, in collaborazione con A.L.I. e con il Ministero dell’Istruzione e del Merito, hanno partecipato il Presidente di UNPLI Antonino La Spina, il Sottosegretario al Ministero dell’Istruzione e del Merito l’On. Paola Frassinetti, Luca Abbruzzetti, Presidente di ALI Lazio, il direttore del museo delle Civiltà, Andrea Viliani, Bruno Manzi, Membro Comitato Garanti del Premio, oltre a Leandro Ventura, Direttore ICPI, Anna Paola Tantucci, Presidente EIP Italia e il Presidente di giuria Elio Pecora.

L’idea di UNPLI (firmataria di un Protocollo d’intesa con il Ministero dell’Istruzione e del Merito) e A.L.I. Lazio di valorizzare scrittori e poeti che si esprimono nelle loro lingue locali, in armonia con la Convenzione UNESCO per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale, coinvolge non solo autori che producono contenuti in lingua locale, sia testuali sia sonori, ma anche gli studenti del mondo della scuola.

Le lingue locali in Italia sono simbolo di storia, tradizione e cultura territoriale. Sono espressioni delle emozioni, DNA delle famiglie e dei territori. Per questo il dialetto è un patrimonio immateriale che le Pro Loco devono tutelare e preservare, perché queste lingue non vadano perse – ha commentato Antonino La Spina, Presidente di UNPLI -. Il premio letterario “Salva la tua lingua locale” è finalizzato proprio a mantenere vivo l’interesse per i dialetti e a invogliare adulti e ragazzi con la sezione scuola, ad esprimersi producendo elaborati di poesia edita e inedita, prosa e componimenti musicali. Siamo molto soddisfatti dell’attenzione che riscuote il premio nelle scuole che negli anni ha visto un numero sempre maggiore di partecipanti. Questo sottolinea l’interesse per la tematica della valorizzazione e la salvaguardia delle lingue locali. Per noi come UNPLI è un onore portare avanti questo importante premio che ha l’obiettivo di non far perdere le lingue locali, ma al contrario di farle conoscere ai più”.

Coinvolgere le giovani generazioni è estremamente importante per non perdere le tradizioni legate alle lingue locali – commenta Pietro Segalini, Presidente del Comitato Regionale UNPLI Lombardia – I giovani sono il nostro futuro ma sono anche i futuri custodi della salvaguardia di questo grande patrimonio immateriale”.

Rappresentata dalla referente regionale del Comitato UNPLI Lombardia Pierina Bonzoni, è stata protagonista dell’evento anche la Lombardia grazie alla menzione d’onore ricevuta dall’ICS “Mons. L. Vitali” di Bellano (LC) – Classe I U, Scuola primaria di Dervio (LC) per il componimento “El luf e la gulp de mai” (in dialetto comasco), realizzata con il sostegno del dirigente scolastico Prof.ssa Lorenza Martocchi, del docente referente Prof.ssa Elena Pandiani e della referente della Pro Loco di Dervio (LC) Annalia Danieli. Importante la motivazione della menzione da parte della giuria: “questa filastrocca poetica, trasposizione di remoti racconti orali con forti connotazioni locali, ci lascia impressioni evocative e archetipiche, pregne di saggezza, che ci rimandano alle favole di Esopo.”

“Se non conosciamo il passato non possiamo capire il presente e progettare il futuro” è il commento di Pierina Bolzoni del Comitato regionale UNPLI Lombardia, che prosegue “E’ con questa frase che voglio dare importanza alle nostre lingue locali, ai nostri dialetti. Il dialetto conserva al suo interno, nelle sue parole, la storia e la cultura della comunità che lo parla. Il dialetto con il suo lessico puntuale, “ficcante” e “colorito” non è più da associare al mondo contadino, al popolo dei “gnuráncc” (ignoranti) ma bisogna farlo conoscere, tramandarlo, partendo dalla scuola perché attraverso il dialetto si conoscono le tradizioni, la cultura e la storia del nostro piccolo paese. E’ importante che le nostre Pro loco possano lavorare all’interno delle scuole e invogliare gli insegnanti e gli alunni a partecipare a queste importanti occasioni”.

Questo il testo della poesia

EL LÜF E LA GULP DE MAIIL LUPO E LA VOLPE DI MAI
El me nonu el me cüntava che ogni dì a Mai l’andava perché el ghera sü el baitél del lac cun deent la cunca e anca el pénac. Un lüf e una gulp una noc i ghe va déént perché gh’era un böc. La gulp, güza, numa la pànera la lepava intàant el lüf cun tüt el lac el se sgunfiava. A un certu muméent i senten un frecàs: l’è scià el nonu, i en i so pas. La gulp l’è svelta e dal böc la ne va el lüf l’è sgunfi, el pö minga pasà. Giù legnàat al poor lüf imprisunàa finché dala porta anca lüü el n’è ‘ndàa, ma intàant che el lüf per ogni culp el cainava la gulp in di giöden la se rudelava iscì tüta bela smagiada la pariva propi insangulada. Quan’ ch’el lüf nel bus’ch la vèt el se séent pien de rispèt: pora gulp, va’ cuma l’è cunsciada, n’à ciapàa asée, l’è propi masacrada. La gulp la ghe diis: “Ghe rüi gnanca a caminà, töm sü in spala e portum a cà.” El lüf el dulura, ma le tö sü istès e pian pianìn el va lì après. Intàant ch’el lüf el pèna suta la carga de purtà la gulp le se met dree anca a cantà “Lilun lilan el malàa el porta el san”. Al lüf ghe dà fastidi la tiritera e sicume minga del tüt rebambìi l’era l’à capìi cusa vuriva dì la sunada e senza dì negut l’à cambiàa strada e cun un bel culpèt la gulp giù nela Maliga l’à trada. Cun questa storia el vuriva dì che ghè in giir balòs anca aprööf de ti, che de quai poor cujun i vöör prufitàn ma i à de stach atéent a quel ch’i fan perché quaant l’è trop, anca el cujùn el fa varè la so resùn. Anca stavolta giüstizia l’è fada, cüntèe la vosa, che la mia l’o cüntada.
Mio nonno mi raccontava che ogni giorno a Mai andava perché aveva una baita del latte con dentro la conca e la zangola. Un lupo e una volpe una notte entrano, perché c’era un buco. La volpe, acuta, lappava solo la panna intanto il lupo si gonfiava con tutto il latte. A un certo punto sentono un rumore: arriva il nonno, sono i suoi passi. La volpe è svelta e se ne va attraverso il buco il lupo è gonfio e non può passare. Giù legnate al povero lupo imprigionato finché dalla porta anca lui se ne va, ma intanto che il lupo guaiva per ogni colpo la volpe si nei mirtilli si rotolava così tutta ben macchiata sembrava proprio piena di sangue. Quando il lupo la vede nel bosco si sente pieno di rispetto: povera volpe, guarda com’è conciata, ne ha prese abbastanza, è proprio massacrata. La volpe gli dice: “Non riesco neppure a camminare, prendimi in spalla e portami a casa.” Il lupo è dolorante, ma se la carica ugualmente e pian pianino va lì vicino. Intanto che il lupo pena sotto il carico da portare la volpe comincia persino a cantare “Lilun lilan il malato porta il sano”. Al lupo dà fastidio la tiritera e siccome del tutto rimbambito non era ha capito cosa significava la suonata e senza dir nulla ha cambiato strada e con un bel colpetto butta la volpe nella Maliga. Con questa storia voleva dire che ci sono in giro furbi anche vicino a te, che vogliono approfittare di qualche povero sempliciotto ma devono stare attenti a quello che fanno perché quando è troppo anche il sempliciotto fa valere la propria ragione. Anche questa volta giustizia è fatta, raccontate la vostra, che la mia l’ho raccontata.

L’Italia è una Nazione che ha una straordinaria varietà di lingue e dialetti, alcuni dei quali sono radicati in tradizioni millenarie, ed è importante, con iniziative come questa, infondere una maggiore consapevolezza della necessità di preservare il nostro prezioso patrimonio linguistico elementi fondamentali dell’identità culturale e dell’autenticità di un territorio” ha dichiarato il Sottosegretario all’Istruzione e al Merito, On. Paola Frassinetti.

“La sezione Scuola del Premio, che ha visto anche in questa edizione la partecipazione di molti studenti, viene portata avanti grazie alla collaborazione costante di comuni, Pro loco e scuole, sempre con l’obiettivo di salvaguardare e valorizzare, anche attraverso i giovani, l’aspetto identitario e culturale di ogni comunità. – ha commentato il presidente di Ali, Luca AbbruzzettiFar conoscere i dialetti e le lingue locali ai ragazzi delle scuole è importante anche dal punto di vista educativo, si pensi a come i dialetti sono utili per comprendere le origini di alcune espressioni e modi di dire. Un ringraziamento particolare va all’associazione “EIP Scuola Strumento di Pace” e ai docenti degli istituti scolastici, per il modo in cui perseguono questa missione”.

“Dall’istituzione del Premio ad oggi abbiamo profuso un impegno costante per promuovere questa realtà al livello scolastico, insieme ad altre associazioni e istituzioni. – ha commentato la Presidente della Commissione Bilancio di Roma Capitale, Giulia Tempesta Cerchiamo di portare avanti un lavoro di rete e le tante realtà presenti oggi ne sono espressione. Sul tema specifico, credo che sia un atto politico fondamentale continuare a dare dignità ai dialetti”.

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