Lo studio di prefattibilità per un intervento di messa in sicurezza del lago di Olginate presentato in Regione Lombardia a Marzo dal Parco Adda Nord insieme all’Autorità di Bacino dei Laghi Minori ha ottenuto il contributo di 800.000 euro necessario per il suo compimento. Si tratta di una cifra che rientra nel finanziamento di oltre 9 milioni di euro approvato dalla Giunta Regionale lo scorso 15 Luglio per il programma di interventi per lo sviluppo, la valorizzazione e la riqualificazione del demanio lacuale e delle infrastrutture per la navigazione interna per il triennio 2024-2026.
Per la natura, la finalità dell’opera e i soggetti coinvolti, dell’intervento sul lago di Olginate se ne occuperà direttamente il Parco Adda Nord a fronte dell’accordo definito con l’Autorità di Bacino del Lario e dei Laghi Minori.
A seguito di alcuni lavori compiuti tra il 2003 e il 2010, il livello del lago ha subito un notevole abbassamento del livello idrico con una duplice conseguenza: da una parte ha compromesso gli equilibri ecologici degli habitat esistenti, dall’altro attraverso un processo di erosione regressiva, ha attaccato la sicurezza delle opere e dei manufatti vicini alle rive del lago. L’obiettivo dell’intervento è recuperare, in due fasi, i livelli idraulici originali del lago e verificare l’effetto di stabilizzazione post-lavori sui manufatti ammalorati dall’erosione dei sedimenti.
Dopo attente valutazioni e solo a seguito dell’analisi dei risultati delle possibili dinamiche idrauliche e doverose preliminari indagini ambientali (sia di natura faunistica che vegetazionale), la soluzione proposta dovrebbe essere quella di realizzare una traversa fluviale in corrispondenza del tratto terminale del lago sfruttando in parte opere già realizzate nel 2011 nei pressi del ponte ferroviario.
Il primo step consisterà nella realizzazione di un sistema di piste di accesso e conferimento delle scogliere in massi ciclopici. Il risultato atteso è un innalzamento di 20 centimetri. I lavori quindi verranno interrotti per circa 12 mesi per monitorare l’evoluzione degli habitat naturali e le criticità eventualmente emerse nelle costruzioni a riva. Successivamente si procederà con la seconda fase che consiste in un ulteriore innalzamento della traversa di altri 20-30 centimetri in modo da raggiungere il livello originario.