Corridoio Filadelfia e non solo… la tregua passa da qui

Generale Giuseppe Morabito membro del Direttorio della NATO Defence College – Il “Corridoio Filadelfia (Philadelphi Corridor)” è il nome in codice dato dall’esercito israeliano ai 14 chilometri lungo confine, tra la Striscia di Gaza e l’Egitto, che si estende a sud-est del Mar Mediterraneo. Fino al 2005 Israele la considerava parte della Striscia di Gaza. Tuttavia, dopo la completa evacuazione da Gaza nel 2005, Israele aveva sgomberato anche questo confine. Da allora, fino all’attuale conflitto tra Israele e Hamas, il territorio è stato controllato per due anni dall’Autorità Palestinese e poi dallo stesso gruppo di Hamas, dopo che l’organizzazione terroristica ha preso il potere nella Striscia di Gaza nel giugno 2007. I terroristi sarebbero riusciti a trasferire persone, merci e armi nella Striscia attraverso il valico di frontiera di Rafah e i lunghissimi tunnel scavati sotto il corridoio stesso.

Dopo che Israele ha rioccupato questo corridoio diversi mesi fa, ha fatto subito in modo sia che Hamas smettesse di utilizzare il valico di frontiera sia ha iniziato a distruggere decine di tunnel sotterranei (molto maggiori in numero, dimensioni e complessità rispetto all’apparato di sicurezza in Israele. aveva immaginato fosse stato messo in opera).

Quanto precede ha logicamente aperto il dibattito in Israele sull’importanza di controllare il corridoio una volta finite le operazioni nella Striscia di Gaza. Il primo ministro Benjamin Netanyahu, come molti altri nel paese, ritiene che mantenere il controllo del corridoio sia una necessità perché è l’unico modo possibile per bloccare trasporto di armamenti e il transito di terroristi nella Striscia. Infatti, i tunnel e il corridoio sovrastante sarebbero ritenuti l’unico passaggio di cui disporrebbero i terroristi per ricostruire il loro potere e tentare nuovamente di attaccare Israele.

Alcuni membri dell’establishment della sicurezza israeliana non sarebbero d’accordo e pensano che tale misura di possa evitare. Questi ultimi sostengono che, sebbene il corridoio Filadelfia sia una risorsa strategica, il primo ministro attribuisce troppa importanza a tale area poiché sostengono che la maggior parte del contrabbando verso Gaza è stato trasferito illegalmente dall’interno di Israele, aggiungendo che gli accordi con l’Egitto, sostenuti dagli Stati Uniti e basati su ampia utilizzazione dei mezzi tecnologici oggi disponibili, potrebbero ridurre il contrabbando a un livello ragionevole.

Logicamente la maggior parte del dibattito si concentra sugli aspetti militari del corridoio e non vede questo come una sorta di “confine internazionale” con l’Egitto per chi in futuro potrà governare la Striscia..

A livello politico, i futuri governanti potrebbero avere la necessità di utilizzare il transito internazionale nel corridoio, per invitare e ospitare delegazioni e funzionari provenienti da tutto il mondo e aumentare la legittimità del loro governare su Gaza. Israele non ha impedito questo tipo di visite di rappresentanti di stati o organizzazioni internazionali in passato, e non è ipotizzabile che questo avvenga in futuro perché’ eventuali limitazioni che l’Egitto può imporre dipendono dalla sua buona volontà e dai suoi interessi, non da quelli di Israele.

Storicamente i tunnel di contrabbando sono stati a lungo una caratteristica del confine, ma con l’aumento del pericolo rappresentato da Hamas, le forze egiziane iniziarono presto a prendere di mira i tunnel in modo più serio. L’Egitto ha inoltre adottato misure per creare zone cuscinetto lungo il corridoio, anche attraverso la demolizione di case a tale scopo.  Nonostante ciò, il Corridoio Philadelphi è vitale anche per il suo ruolo di ospitare il valico di frontiera di Rafah, uno dei pochissimi valichi dentro e fuori Gaza, e l’unico da Gaza verso l’Egitto.  In quanto tale, è diventata una fonte significativa di aiuti umanitari inviati a Gaza durante l’operazione in corso in quanto Rafah è diventato uno dei principali obiettivi dell’IDF nella sua campagna per neutralizzare Hamas.

C’è, poi, un altro corridoio importante denominato Corridoio Netzarim  che è un tratto di terra di otto chilometri che collega il Mar Mediterraneo con il sito dell’ex valico di Karni nel nord-est di Gaza.  Inizialmente, il corridoio ospitava Netzarim, un insediamento israeliano a Gaza creato nel 1972 e poi evacuato durante il “ Disimpegno del 2005”.  Dopo gli Accordi di Oslo e prima del citato disimpegno, Netzarim era essenzialmente un’enclave israeliana isolata a Gaza, spesso completamente interdetta al traffico stradale israeliano senza la scorta di convogli di truppe dell’IDF (Esercito Israeliano). Il corridoio si basava principalmente sul valico di Karni per connettersi con Israele vero e proprio. Tuttavia, negli anni successivi si scoprì che il corridoio aveva un valore strategico maggiore.  La sua posizione a pochi chilometri a sud di Gaza City la rende una barriera ideale tra la città più grande della Striscia e il resto di Gaza. È stato per questo motivo che l’IDF ha preso il controllo del corridoio Netzarim nel 2008 durante l’operazione Piombo Fuso, consentendo alle forze israeliane di dividere essenzialmente Gaza in due parti.

Ciò si è ripetuto nuovamente nell’attuale conflitto tra Israele e Hamas, con Israele che ha stabilito diverse basi militari nell’area. Questa volta, l’IDF si è proposta l’obiettivo strategico di isolare il nord di Gaza, impedire ai suoi residenti di spostarsi verso nord e mantenere il controllo di quest’area di divisione tra il nord e il centro di Gaza.  A livello militare, ciò ha anche consentito all’IDF maggiori capacità operative di manovra su entrambi i lati del corridoio colpendo obiettivi nelle città del centro di Gaza.  Il corridoio aiuta anche Israele a controllare il flusso di rifornimenti e aiuti umanitari nel nord di Gaza, e le truppe dell’IDF di stanza lì hanno anche lo scopo di impedire ad Hamas di raggrupparsi nella parte nord della Striscia.  

Israele vorrebbe mantenere il controllo sui due corridoi perché’ entrambi consentono all’IDF di avere un maggiore controllo sul flusso di merci verso Gaza, con il Corridoio Philadelphi che protegge la parte meridionale di Gaza e il Corridoio Netzarim che protegge la parte settentrionale di Gaza. Secondo diversi funzionari israeliani, queste aree sono ritenute di vitale importanza per il loro obiettivo di mantenere la sicurezza israeliana e di neutralizzare Hamas, poiché il controllo su di esse aiuta a impedire al gruppo terroristico palestinese sia di riorganizzarsi sia di riarmarsi. I corridoi sono anche punti ideali per l’IDF per effettuare azioni contro obiettivi di Hamas in tutta Gaza nella speranza di impedire al gruppo terroristico di tentare di riprenderne il controllo. Probabilmente, proprio per i motivi appena citati, al momento, Hamas ha chiesto a Israele di liberare completamente entrambi i corridoi come parte di qualsiasi accordo sugli ostaggi.  

In sintesi, entrambi le parti sembrano considerare il controllo dei corridoi come linee rosse su cui rifiutano di scendere a compromessi, e ciò rimane il principale ostacolo verso un accordo sugli ostaggi e un cessate il fuoco.

didascalia: Generale Giuseppe Morabito membro del Direttorio della NATO Defence College

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