Nell’ambito delle iniziative che hanno visto Bergamo e Brescia capitale unica della Cultura 2023. L’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (Comitato di Bergamo e Delegazione di Brescia) propone alle due province di Bergamo e Brescia, con particolare attenzione alle scuole, un progetto di diffusione su pagine di storia e memorie di persone della nostra comunità di esuli accolte a Bergamo e Brescia in luoghi (campi profughi, ex ospedali ecc,) di cui oggi restano poche tracce: uomini e donne che, inseritisi nel nuovo contesto sociale, hanno contribuito in prima persona allo sviluppo delle società bergamasca e bresciana.
“Pagine di storia per alcuni aspetti ancora molto vicina a noi e per altri già lontana; proprio per questo è necessario dedicare spazio e tempo non solo per commemorare, ma anche per rileggere e riflettere con maggiore oggettività, riprendendo il tema assai più ampio e sempre attuale dei confini e delle separazioni”[Gianni Oliva].
Il territorio bergamasco-bresciano è stato “cambiato” nel secondo dopoguerra dalla presenza prima dei cosiddetti Centri di Raccolta Profughi (Clementina o Caserma-Callegari), poi dalle abitazioni sorte nei nuovi quartieri di edilizia popolare, agglomerati per profughi definiti “borghi giuliani”. Se, come si legge nella pubblicistica dell’;epoca vicina agli ambienti degli esuli, la facilità dei collegamenti con il centro della città sembra rappresentare uno degli elementi caratterizzanti i nuovi complessi edilizi, la realtà appare invece diametralmente opposta dal momento che in quasi tutte le località italiane la caratteristica comune delle nuove strutture sembra essere il loro assoluto isolamento dal resto del contesto cittadino.
Una scelta dettata da una precisa strategia edilizia, tendente a ubicare i nuovi complessi edilizi in aree suburbane non ancora o scarsamente popolate ed edificate. Veri e propri «blocchi compatti di abitazioni» [L. Ferrari, 1980], che, seppur lontani dalla città, sono dotati di servizi propri e sono costruiti tenendo conto di una precisa necessità di fondo, e cioè quella di ricostruire, anche nel nuovo ambiente, le caratteristiche del paese di origine.
Il progetto si prefigge di ricostruirne la storia e se possibile la fisionomia (di alcuni di essi non restano che vecchie fotografie) nonché di coglierne l’aspetto di relazione con natura e paesaggio urbano nelle due provincie.
Ricordare significa rendere viva la memoria e riannodare i fili che hanno tessuto storia e storie: con un equilibrato intreccio tra ricordi personali, album di famiglia, documenti ufficiali, articoli di giornale e illustrazioni dell’epoca si intende far riVIVERE il “tesoretto” di migliaia di vissuti che, inseritisi nel nuovo contesto sociale, hanno contribuito in prima persona allo sviluppo delle società orobica e bresciana.
Il video Luoghi Storie Memorie , cheè stato realizzato sui luoghi di arrivo e prima accoglienza degli esuli a Bergamo e Brescia, si propone di raccontare le storie dei protagonisti attraverso interviste e testimonianze e documenti gelosamente custoditi nelle memorie delle singole famiglie. A ritroso sono state inoltre ricostruite le vicende che hanno determinato lo strappo dalle terre di origine di Istria Fiume e Dalmazia.