Balcani allargati e Mar Nero sono in primo piano durante il conflitto in Ucraina

Generale Giuseppe Morabito – Membro del Direttorio della NATO Defence College Foundation – Il 7 dicembre scorso si è svolta a Roma una conferenza organizzata dalla NATO Defense College Foundation con la partecipazione di 17 specialisti internazionali con un pubblico di più di 200 persone, l’iniziativa ha rappresentato il nono appuntamento della serie di eventi annuali che dal 2014 la Fondazione dedica all’area dei Balcani del Mar Nero.

E’ stata un’occasione importante per discutere a fondo le sfide e le opportunità di una regione di grande rilevanza strategica per il nostro paese, negli aspetti che riguardano la prevenzione e gestione delle crisi, il consolidamento della pace, la lotta alla disinformazione e alla criminalità organizzata e l’integrazione euro-atlantica.

Dato l’elevata esperienza e posizione degli oratori, di seguito l’estratto di alcune delle citazioni rilevanti e d’interesse geopolitico.

L’ambasciatore Alessandro Minuto-Rizzo, Presidente, NATO Defense College Foundation, ha introdotto i lavori affermando che: ”Siamo convinti che la regione dei Balcani e del Mar Nero debba entrare a far parte della comunità euro-atlantica, e che l’invasione dell’Ucraina abbia reso ciò ancora più urgente”.

Il Presidente della Fondazione ha rimarcato che la NATO continua a essere fedele alla sua politica della “porta aperta” e l’Unione Europea lavora attivamente su come realizzare la politica d’inclusione.

In tale quadro, Olav Reinertsen, Ambasciatore di Norvegia in Bosnia Erzegovina ha rilevato che “La crisi politica in Bosnia Erzegovina non è mai stata così seria come oggi. Secondo l’ambasciatore “C’è bisogno di un approccio congiunto e coordinato tra l’UE e la NATO per contribuire a rafforzare le capacità difensive del Paese attraverso iniziative comuni”.

Queste importanti qualificate affermazioni giungono nel momento in cui i paesi dei Balcani occidentali sono nel pieno del loro processo di valutazione teso a consentire loro l’integrazione nella Comunità Europea e nel caso della Bosnia Erzegovina e Repubblica di Serbia, nella NATO.

Quando si è aperta una finestra sulla crisi in Ucraina, hanno preso la parola Galina Yanchenko, Membro, Commissione per lo Sviluppo Economico del Parlamento di Kiev che ha rilevato che: “Per contrastare la corruzione e consolidare la cooperazione e la comunicazione tra lo Stato e i cittadini, l’Ucraina ha rafforzato i suoi strumenti di prevenzione, inclusa la digitalizzazione dei servizi statali” la Yanchenko ha aggiunto che “lo sviluppo economico può essere raggiunto solo attraverso la stretta collaborazione con il settore privato, con gli attori della società civile e con altri gruppi attivi della società”.

A seguire, Oksana Shvets, Responsabile per le questioni politiche della Camera di Commercio Americana in Ucraina, ha comunicato che: ”Nel 2019 l’Ucraina ha stabilito una solida task force sui beni soggetti ad accisa, ponendo come obiettivo prioritario la lotta contro il commercio illegale”.

Ha poi aggiunto che ”In questo momento il traffico illecito causa ancora perdite di bilancio statale e che per il governo ucraino è fondamentale unire gli sforzi all’interno e con l’estero e intensificare la lotta contro il commercio illecito”.

Entrambe le precedenti dichiarazioni assumono valore all’indomani della decisione dell’Unione Europea di consentire all’Ucraina di iniziare il suo percorso per l’accesso all’Unione stessa. Infatti, L’UE è unita nella sua solidarietà all’Ucraina a seguito della guerra di aggressione della Russia e l’UE continuerà a sostenere l’Ucraina e il suo popolo insieme ai suoi partner internazionali.

Quando si è tornati a parlare di Balcani, Zoran Jolevski, Vicerettore per la Cooperazione Internazionale, European University e già Ministro della Difesa, Repubblica della Macedonia del Nord, ha tenuto ad affermare che: “La regione dei Balcani dovrebbe implementare una strategia triplice che preveda l’allineamento con le politiche dell’Unione Europea, il rafforzamento di un sistema legale affidabile per attrarre gli investimenti europei e l’accesso al mercato unico dell’UE”. Ha inoltre aggiunto: “Solo in questo modo potremo raggiungere l’obiettivo condiviso di diventare membri dell’UE il prima possibile”.

A seguire Alba Çela, Direttrice, Albanian Institute for International Studies di Tirana ha confermato che: “L’integrazione dell’Unione Europea è l’unico antidoto ai recenti sviluppi negativi nella regione”. Alba Celea ritiene che “La credibilità dell’allargamento dipende anche dagli sforzi dell’UE nel provare a risolvere le dispute tra i paesi balcanici e che è fondamentale che l’UE pensi più strategicamente alla regione, e che rafforzi la credibilità di questo processo di allargamento”.

Le conclusioni dei lavori sono state affidate all’Onorevole Giulio Tremonti, Presidente, Commissione Affari Esteri, Camera dei Deputati, che ha tenuto a rilevare che in questo periodo la curva demografica dell’Unione Europea rappresenta una realtà drammatica, Inoltre, a suo parere, una nuova architettura costituzionale europea – una nuova configurazione politica – è assolutamente necessaria oggi, in questa stagione di nuovi allargamenti, dall’Ucraina ai Balcani fino ad altri paesi.

Parrebbe di essere sulla strada corretta.

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