Ispira un senso di tranquillità e affidamento questa pagina. Non abbiate paura, è il ritornello che scandisce le parole di Gesù. Non abbiate paura di non riuscire ad essere più grandi di me, perché a volte credete di dovermi convincere della bontà della vostra missione e della vostra chiamata. Ricordate: sono stato proprio io a inviarvi, come potrei non tenerci? Non abbiate paura degli altri, delle loro cattiverie e maldicenze: è giocoforza che accada. Non abbiate paura di non valere nulla, di passare inosservati e cadere nell’oblio. Non abbiate paura: voi valete! Dunque, ancora una volta, lasciate tutto nelle mie mani e cercate…
LeggiAutore: Pietro Raimondi
Canali
Non preoccupatevi di come o di che cosa direte. Preoccupatevi piuttosto di ascoltare in quel momento ciò che dovrete dire. Quando si tratta di rispondere a chi ci chiede conto della nostra fede, c’è anzitutto da ascoltare ciò che in noi stessi suggerisce lo Spirito. Ma non solo nelle cose di fede, non solo davanti alle persecuzioni di tribunali, governatori e re. Sempre. Sempre c’è da ascoltare prima di parlare. Non siamo che dei canali attraverso cui Dio può farsi ascoltare. Restiamo sintonizzati per poter trasmettere bene ciò che ha da dirci. Appena…
LeggiAl di là
Paradossale ma vero. Quelli di casa, dice Gesù, spesso sono i più difficili a credere in noi. Non perché sospettino di noi come di uno sconosciuto, ma esattamente per il motivo opposto. “Ti conosco come le mie tasche”, “conosco i miei polli” e altre espressioni del genere, chiudono la porta ad ogni sorpresa. Eppure Gesù qualche guarigione la compì. Perché anche in famiglia c’è qualcuno che riesce a vedere al di là….https://lalocandadellaparola.com/2024/07/07/al-di-la/
LeggiOgni giorno
Ci sarà un giorno in cui quelli contro cui sbuffiamo ci saranno tolti. Verrà il giorno in cui il vicino di casa se ne andrà, il collega verrà spostato, la finestra dirimpetto resterà chiusa e l’anziana che ci controllava non si affaccerà più. Allora ripenseremo, allora rimpiangeremo le occasioni sciupate, il disappunto manifestato, gli occhi alzati al cielo sospirando. Non digiuniamo d’amore, è sempre tempo d’amare. È oggi il tempo. Il domani non ci appartiene. Ogni giorno è un vino nuovo, riversato nel calice del nostro cuore. Prendete e bevetene tutti. Non…
LeggiSeduto lì
Chi sta seduto al banco delle imposte, di mestiere è impostore. Che poi questo termine sia divenuto un insulto la dice lunga e la dice tutta. Ma anche i peggiori impostori sono uomini e hanno un nome. Gesù vide un uomo di nome Matteo. Vide che era seduto al banco delle imposte, a far margine sulle tasse imposte da Roma. Era dunque malato e, seduto lì, non sarebbe mai guarito. Andava fatto alzare, come il paralitico di ieri. Seguimi, gli disse Gesù, e lui si alzò e lo seguì. Passò poco che già era di nuovo seduto. Stavolta a tavola con Gesù e…
LeggiRaggiungerlo
Nessuno mai si rassegna alla malattia, tantomeno alla morte. Chi afferma che i poveri “sono abituati” a veder morire i figli, lo dice semplicemente perché non li ha mai sentiti piangere. O forse non vuole affrontare il problema. Gesù invece andò con Giàiro ed entrò nella stanza della bambina morta. Eppure, a quel tempo, ne morivano tanti di bambini per malattia (e oggi?). Affrontò la gente che piangeva e urlava forte di dolore. Gesù si lasciava rubare l’energia divina che usciva da lui incontrollata sanando all’instante chi lo toccava con fede. Aggrappiamoci a Lui, allo Spirito che…
LeggiIl cammino di Pietro
Questa pagina ne rievoca molte altre della Bibbia e del Vangelo. L’arresto nei giorni di Pasqua, il processo imminente, il sonno, il buio, le guardie. Poi gli angeli, la cintura e i sandali in fretta, la luce, l’uscita dal sepolcro del carcere. Davvero la potremmo chiamare la Pasqua di Pietro, la sua morte e resurrezione. È un Pietro nuovo, che non rinnega e si lascia arrestare. Nessun gallo canta questa volta. È la vittoria di Pietro, è quella di tutti noi quando ci addormentiamo affidàti a Dio, pur circondati da…
LeggiLo voglio
Lo dicevamo due giorni fa: siamo alberi dai rami misti, in noi c’è il bene e c’è il male. Oggi il vangelo insiste in modo più forte e diretto: siamo lebbrosi. Alcune parti di noi sono marce. E il marcio lentamente divora la parte sana. Questa è la lebbra. Noi stessi proviamo ripugnanza a toccare, a metter mano alle parti di noi che mancano di vita, prive di Spirito. Figuriamoci gli altri se ne hanno il coraggio. Pensiamoci: quando qualcuno mostra i suoi difetti, lo allontaniamo disgustati. Gesù tocca il lebbroso. Basterebbe una parola…
LeggiMaione nuovo vicepresidente di rete internazionale delle regioni sul clima
L’assessore all’Ambiente e Clima della Regione Lombardia Giorgio Maione è stato nominato vicepresidente per l’Europa di Regions4, il network internazionale delle Regioni impegnate nei negoziati per preservare la biodiversità, contrastare il cambiamento climatico e favorire lo sviluppo sostenibile. La nomina è avvenuta a Rio De Janeiro durante l’assemblea generale della rete. “È la conferma che il modello Lombardia è riconosciuto a livello internazionale” ha commentato l’assessore. Maione, nuovo vicepresidente della rete internazionale per il clima, ha spiegato le ragioni della leadership lombarda sottolineando fondata sull’ “impegno delle istituzioni, delle imprese e dei cittadini della…
LeggiLuce e tempesta
La notte non dura per sempre. Anche il dolore ha una fine. Tutto passa. Ci coglie il panico nelle tempeste della vita, nei momenti di buio, perché dimentichiamo che appunto sono momenti. Allora non c’è che ripetersi che lui è con noi, lui è lì nella nostra stessa barca. Non guarda la scena dalla riva né da una nube. È con noi, nel senso che rischia quanto noi, è scosso dalle onde e dal dolore quanto noi… https://lalocandadellaparola.com/2024/06/23/luce-e-tempesta/
LeggiPreoccupatevi
Come ci farebbe bene leggere ogni sera questa pagina. Noi, programmatori seriali, non sappiamo cosa voglia dire “let’s see”, vedremo, il motto dei poveri. Quante volte l’ho sentito. Let’s see, si vedrà. Vero, staremo a vedere se il buon Dio riuscirà a convincere qualcuno a tenderci una mano. Vedremo se riuscirà a far spostare l’attenzione: non preoccupatevi di quello che mangerete o berrete, né di quello che indosserete. Cercate anzitutto il regno di Dio e la sua giustizia. Cioè preoccupatevi piuttosto di quello che mangeranno, berranno e indosseranno gli altri. Perché questa…
LeggiTesoro
Colpisce l’espressione accumulare: fare un mucchio. Un mucchio di soldi. Chi direbbe di no? Chi negherebbe di volerne? Chi mai ha detto “basta così”? Dunque non ci salveremo dall’avidità, a meno di leggere anche un’altra parola: per voi. Non accumulate per voi. Non fate un mucchio di soldi per voi, fatene invece un fiume. Fate scorrere le ricchezze, i beni e le banconote. Fatele scorrere fino a raggiungere il vostro vero tesoro. Dove è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore. Chi davvero amate? Per chi lottate, per chi esaurite le vostre energie e…
Leggi101 pensieri per orientarsi nel labirinto
Franz Kafka (1883-1924) è uno dei più importanti scrittori del XX secolo. Anche se non scelse la letteratura come carriera, scrisse poco e pubblicò ancora meno. Dopo la sua morte, una selezione più ampia dei suoi racconti venne pubblicata. Edizioni San Paolo con la pubblicazione del volume intitolato “101 pensieri per orientarsi nel labirinto” mette in luce, con maggiore dettaglio, le complessità di uno degli autori straordinari del Novecento, offrendo una panoramica approfondita del suo pensiero e della sua visione del mondo. Ogni parola scritta dall’autore rappresenta l’inizio di un…
LeggiCome non lo sa
Dorma o vegli, il seme germoglia e cresce. Come egli stesso non lo sa. Eppure noi siamo immersi nel mondo del come. Dobbiamo sempre spiegare come avvengono le cose, come ci sentiamo, come siamo arrivati a determinate decisioni, addirittura quando moriamo ciò che importa è sapere come è avvenuto il decesso. Come egli stesso non lo sa, quello che sa è che germoglia da sé ed è questa la cosa che stupisce. Il seme germoglia da sé. L’azione di Dio si compie da sé e noi non sappiamo come. Cosa allora ci resta da…
LeggiSi o no
In effetti è vero: giurare non ha senso perché non è che una parola in più e in una società come la nostra la parola non ha peso, non è vincolante. Per questo è richiesta la forma scritta, in tutto. E poi timbri, firme, autenticazioni, certificazioni… Sia invece il vostro parlare: “Sì, sì”; “No, no”. Semplicemente siate sinceri e vedrete che non servirà giurare. Ogni vostra parola sarà giurata. Siete sempre sotto giuramento, sotto obbligo di sincerità. Ciò ovviamente non significa che chiunque ci chieda qualcosa abbia diritto ad una risposta. Ma se ne…
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