Anche le armi fanno impresa e aiutano la pace

L’eurodeputato Pietro Fiocchi (Gruppo Conservatori e Riformisti del Parlamento Europeo) ci ha fatto pervenire il comunicato che qui sotto pubblichiamo a seguito di alcuni messaggi pubblicati sui social network. Il titolo è già di per sé eloquente: “Basta ipocrisia, anche le armi fanno impresa. Questo il testo: «L’eurodeputato Pietro Fiocchi ha lanciato una singolare idea per gli auguri delle festività natalizie.

La sua immagine con un albero di Natale dove al posto delle tradizionali palline compaiono cartucce di plastica. Fiocchi Munizioni, un’azienda leader a livello mondiale nel settore delle munizioni è stata fondata nel 1876 da Giulio Fiocchi; oggi giunta alla quinta generazione conta 1000 dipendenti con un fatturato di 220 mln di euro.

Un’impresa che genera benessere nel territorio lecchese e rappresenta un’eccellenza italiana nel mondo. Come eurodeputato oltre a seguire numerosi dossier dall’ambiente, green deal, sanità da sempre supporta la caccia e chi la pratica, intervenendo più volte in difesa degli agricoltori colpiti da attacchi di lupi e cinghiali.

Il cartellone esprime ciò che la sua famiglia produce da più di 150 anni contribuendo al benessere di molte famiglie nel lecchese. Produrre armi come ben sostiene l’onorevole Fiocchi  «non vuol dire essere a favore della guerra. 

Un’arma e relative pallottole o cartucce può essere un oggetto di offesa o di difesa, dipende dall’uso che se ne fa ed è sempre l’uomo a deciderne l’impiego. Un albero di Natale può essere decorato in mille modi diversi; l’uso delle cartucce “in plastica” è solo uno di questi. Bando alle ipocrisie ed all’uso strumentale di ciò che è solo una decorazione».

Da anni, nel nostro Paese, c’è una querelle aperta sulla produzione delle armi, sull’abolizione degli eserciti, sul disarmo nucleare e sui tanti temi cari ai pacifisti di professione. I veri uomini di pace sono coloro che fanno propria la locuzione latina “Si vis pacem, para bellum” (se vuoi la pace, prepara la guerra).

Non ti devi armare per aggredire il prossimo, ma il prossimo deve essere consapevole che non ti deve aggredire perché non solo sei in grado di difenderti, ma hai anche la forza di nuocerlo pesantemente.

Dobbiamo essere grati a quei leader mondiali che, proprio per evitare la catastrofe mondiale, sanno contenere i conflitti su base regionale grazie all’uso moderato della forza, con l’impiego di quelle armi che, non a caso, si definiscono convenzionali.

Ha ragione da vendere l’europarlamentare Fiocchi quando dice che è sempre l’uso di un oggetto che ne determina la pericolosità. Allora aboliamo i coltelli perché qualche scellerato li usa per commettere un omicidio? È sempre l’arbitrio umano a determinare taluni comportamenti che possono avere conseguenze negative o positive.

“Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che assomigliate a sepolcri imbiancati” sono parole gravi che dovrebbero allarmare quei falsi moralizzatori che gridano allo scandalo delle armi, ma che non s’interrogano sul loro uso quando servono per mantenere il loro benessere. Usiamo fiori e bandierine arcobaleno per difendere i pozzi petroliferi dell’Eni in Iraq?

È davvero stucchevole questo ritornello menzognero che identifica i produttori di armi come mercanti di morte, mentre si tace artatamente i tanti privilegi goduti grazie alla loro opera.

Facciamo un sondaggio tra i dipendenti della Fiocchi, della Beretta, dell’Oto Melara, del Consorzio armaioli italiani, di Leonardo, di Fincantieri e vediamo quanti di loro condividono i messaggini fatti girare sui social network. Lecco dovrebbe essere grata agli imprenditori che, come Fiocchi, assicurano, al territorio, migliaia di posti di lavoro, sia direttamente, sia nell’indotto.

L’Italia ha bisogno di aziende che assicurano benessere, non di pacifisti d’accatto capaci di seminare mefitico odio.

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