Nel lecchese il Bostrico dell’abete ha invaso la pecceta di Tedoldo

La pecceta di Tedoldo è stata attaccata dal coleottero “Bostrico dell’abete” e in questi giorni il Consorzio Forestale Lecchese ha iniziato i lavori per l’imponente intervento di taglio degli alberi malati, necessario a preservare la parte sana del bosco.

A comunicarlo è il sindaco di Bellano, Antonio Rusconi, che annuncia l’avvio delle operazioni di taglio – “Purtroppo, numerosissime piante sono state attaccate da questo sgradito ospite che, scavando piccole gallerie sotto corticali provoca la morte delle piante in brevissimo tempo – spiega il primo cittadino – Appena avuto certezza della presenza del bostrico, già da diversi mesi si sta monitorando la proliferazione impiegando apposite trappole, che hanno certificato la presenza di questo temibile agente biotico. Ora la situazione è davvero grave, con la presenza di molti alberi già morti e pericolosi, in quanto prossimi alla caduta. Senza contare gli abeti già schiantati al suolo. Inoltre gli esemplari attaccati dal bostrico, il cui destino è segnato, sono dannosi per gli alberi ancora sani. Questo intervento, inoltre, è di particolare urgenza non solo per motivi fitosanitari, ma anche per questioni di sicurezza e pubblica incolumità, considerata la vicinanza degli alberi con la strada comunale”.

L’intervento sulla pecceta di Tedoldo, che è stato valutato e concordato con la Comunità montana Valsassina, Valvarrone, Val d’Esino e Riviera, e con il Consorzio Forestale Lecchese, porterà al taglio di circa 2.500 abeti rossi, ricordiamo di piantumazione ad opera dell’uomo, quindi non naturale.

“Al termine di questa operazione l’ambiente della pecceta sarà radicalmente cambiato – continua Rusconi – Purtroppo, però, non c’è altro modo per superare questo grave problema. Senza un intervento deciso, la situazione potrà solo peggiorare. Un esempio di ciò che sta accadendo e che accadrà lo si è visto in passato a San Grato, sempre a causa del bostrico. Successivamente si provvederà alla sostituzione del bosco con la piantumazione di essenze autoctone che accelereranno la ripresa del bosco stesso.”

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