L’81° della battaglia di Nikolajewka celebrato a Merate dagli alpini lecchesi

Il ricordo della battaglia di Nikolajewka, dove il 26 gennaio 1943 gli alpini sfondarono la sacca in cui erano stati rinchiusi dalle truppe sovietiche dopo la ritirata dal fiume Don, ha riunito a Merate centinaia di penne nere della Sezione di Lecco in occasione della tradizionale celebrazione organizzata dal locale Gruppo alpini.

Nikolajewka è per tutta l’Ana il simbolo profondo dei valori che informano l’Associazione e i suoi iscritti, quei valori che in tempo di guerra come nei periodi di pace significano concreta solidarietà umana, sprezzo del pericolo in nome di ideali condivisi, amore per la patria e la sua bandiera, attaccamento a un Corpo, quello degli alpini, che tanto ha fatto per l’Italia e gli italiani in oltre 150 anni di vita.

La manifestazione tenutasi venerdì 19 gennaio a Merate ha voluto ribadire questi valori con una manifestazione pubblica vissuta innanzitutto attorno ai gesti dell’alzabandiera e dell’onore ai Caduti in piazza degli Eroi, dove erano schierati il Vessillo della Sezione di Lecco – accompagnato dal presidente Emiliano Invernizzi – e i gagliardetti di molti degli oltre 70 Gruppi sezionali. Presenti anche il sindaco alpino di Merate, Massimo Panzeri, la presidente della Provincia di Lecco, Alessandra Hofmann, un gruppo di sindaci e di amministratori, esponenti di altre associazioni combattentistiche.

In rappresentanza delle Truppe alpine ha partecipato alla cerimonia il tenente colonnello Roberto Merlini, vice comandante del Reggimento logistico Julia, che ha portato i saluti del comandante della Brigata, generale Franco Del Favero. Con lui anche un gruppo di militari in armi e il tenente Giovanni Comuzzi in rappresentanza del 5° Alpini – Bgt. Morbegno, lo storico battaglione cui è dedicata la Chiesetta ex voto dei Piani delle Betulle e che tanti lecchesi ha avuto tra le proprie fila anche durante la tragica ritirata di Russia.

Con una fiaccolata che ha attraversato il centro cittadino è stata poi raggiunta la prepositurale di Sant’Ambrogio dove don Eugenio Folcio, sacerdote presso la parrocchia di Novate, ha celebrato la Santa Messa, accompagnata dal Coro Stelutis di Brivio, preceduta dall’intervento del capogruppo degli alpini di Merate, Claudio Ripamonti, che ha ricordato a tutti i presenti le circostanze e il significato della battaglia di Nikolajewka.

Durante l’omelia don Folcio – celebrando la figura del beato don Carlo Gnocchi, cappellano alpino in Russia, e il sacrificio di tante penne nere – ha voluto gettare uno sguardo sulle difficoltà del presente momento, sulla sofferta esigenza della nostra società di trovare un senso alla vita: “Non perché siamo in un clima di guerra – ha detto –, ma perché viviamo avvolti nella banalità, nella stupidità, nella volgarità, nella superficialità. Tocca a noi offrire delle risposte con le nostre testimonianze”.

Un concetto ribadito nel suo intervento dal presidente della Sezione Ana di Lecco, Emiliano Invernizzi, che ha rimarcato la necessità di rinsaldare e rafforzare valori quali il senso civico e la responsabilità del dovere. “Non ci si può adagiare sugli obiettivi raggiunti – ha aggiunto Invernizzi rivolgendosi ai suoi alpini –. I nostri obiettivi, quelli dei nostri Gruppi, sono per affermare dei valori che vanno fatti conoscere a tutti, oggi, e che devono essere trasmessi a tutti coloro che verranno dopo di noi”. Il presidente sezionale ha sottolineato come la memoria di questi valori sia fondamentale per ribadirli e conservarli nel tempo.

E ha indicato il “ribelli per amore” del Beato Teresio Olivelli, alpino e partigiano delle Fiamme Verdi, come modalità esemplare per vincere la nostra indifferenza quotidiana e tendere al miglioramento della normalità dei rapporti con chi ci è accanto ogni giorno.
La celebrazione si è conclusa con il “Signore delle cime” intonato dal Coro Stelutis e cantato da tutti i presenti.

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