Ad ottant’anni dalla fine del Secondo conflitto mondiale, mentre il mondo sembra aver tratto ben pochi insegnamenti dalla storia, ci accingiamo a celebrare il 25 Aprile. Una celebrazione che assume una rilevanza se possibile ancora maggiore: la liberazione dall’oppressione nazi-fascista fu una azione corale, che portò in montagna quanti volevano garantire alla Patria un futuro di civiltà e democrazia: erano giovani uomini, col prezioso supporto di tante donne, provenienti dal mondo cattolico, dagli ambienti liberali, socialisti e comunisti e dai reparti delle forze armate che si ribellavano al giogo delle dittature. Tra questi ultimi numerosissimi furono gli alpini: le testimoniano le 62 Medaglie d’oro al valore concesse alle penne nere che si batterono nella Resistenza.
Lo fecero tutti rischiando e soffrendo, ma soprattutto combattendo, perché l’aspirazione alla libertà richiedeva in quel momento anche le azioni più coraggiose. L’Associazione Nazionale Alpini onora dunque la memoria di quanti lottarono per la libertà, rischiando, soffrendo, morendo. E lo fa consapevole che oggi più che mai i suoi valori di amicizia, fratellanza e solidarietà sono pilastri su cui reggere la convivenza pacifica e democratica, difendendola contro chiunque con qualsivoglia pretesto voglia opprimerla.
Un insegnamento che ci viene proprio da figure luminose di alpini, a cominciare dal Beato Teresio Olivelli, ufficiale alpino in Russia e partigiano tornato in Patria, andato incontro al supremo sacrificio nei lager nazisti. Per questo ci stringiamo attorno ai nostri valori, ponendoci col consueto spirito al servizio delle nostre comunità. E issando il Tricolore su tutte le nostre Sedi, per onorare la Patria, che sa di poter contare sempre sulle penne nere. Viva la libertà, dunque, viva l’Italia e viva gli Alpini. Sebastiano Favero – Presidente dell’Associazione Nazionale Alpini