Mercoledì 14 febbraio 2024, è nata definitivamente la Commissione parlamentare d’inchiesta sulla gestione della crisi sanitaria legata all’epidemia di SARS-CoV-2 e sulle misure adottate per prevenire e affrontare l’emergenza.
Pubblichiamo una testimonianza di un poliziotto che ha rilasciato alla Commissione. Sono poche le notizie diffuse dai media e rese pubbliche dal Governo, ma emergono sempre più spesso video sui social media di persone che, a vario titolo, rendono testimonianza di quei lunghi anni che non sembrano ancora terminati.
I lavori della Commissione Covid, pur trattando temi e dati di grande complessità, sembrano una materia riservata a pochi addetti ai lavori. Ai cittadini, che hanno subito lock-down, green pass e obbligo di vaccinazione, pare non sia concesso di sapere alcunché, se non qualche timido scorcio di verità, giusto per allentare la pressione. Un pò come quando entra in funzione la valvola di sfogo per evitare che scoppi la pentola a pressione.
Le commissioni d’inchiesta non dovrebbero lavorare in modo trasparente rendendo pubbliche le loro conclusioni?
I cittadini non possono essere sempre trattati alla stregua di un parco buoi, come spesso avviene da parte di taluni cinici operatori del mondo finanziario. Dopo tutto quello che hanno patito è doveroso che le Istituzioni, a tutti i livelli, rendano loro giustizia facendo emergere la verità dei fatti.
Durante l’intero periodo pandemico, televisioni, radio e giornali hanno terrorizzato l’opinione pubblica divulgando il bollettino dei morti e dei ricoverati da Covid predisposto quotidianamente dal Ministero della Salute.
Un aggiornamento, almeno bimestrale, di ciò che sta emergendo dalla Commissione è impossibile? E’ chiedere troppo sapere come procedono i lavori?